giovedì, Maggio 29, 2025 Anno XXI


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Gli articoli sono gentile concessione di Claudio Colaiacomo: dal libro Roma Perduta e Dimenticata  Compton Netwon Editori – segui Claudio su facebook o su twitter


2. BERTA E LA TRIPPA PE’ GATTI

LLA-F-00R406-0000: Gattara nella Basilica Ulpia, Foro Romano, Roma, 1940-1950 ca., Archivio Leoni / Archivi Alinari

LLA-F-00R406-0000: Gattara nella Basilica Ulpia, Foro Romano, Roma, 1940-1950 ca., Archivio Leoni / Archivi Alinari

A Roma, come nel resto del nostro Paese, si vivono tempi difficili dal punto di vista economico, la crisi porta il popolo a tirare la cinta, rivedere stili di vita e trovare il modo di arrivare con lo stipendio fino alla fine del mese. Roma nei secoli ha vissuto crisi di tutti i tipi; carestie, pestilenze, assedi, invasioni e tiranni hanno lasciato una forte impronta sia nel tessuto urbano sia nella tradizione popolare. Alcuni detti popolari giunti fino a noi condensano in poche parole il senso della crisi, della mancanza di denaro. “Nun c’è trippa pe’ gatti”, ad esempio, è l’eloquente espressione usata per dire che non ci sono più soldi oppure che non si fa alcun credito.

Si potrebbero immaginare quei felini che aspettano invano davanti alla bottega del macellaio per rimediare un pezzetto di carne che non arriverà mai. Invece il detto ha un’origine ben definita: nel 1907, il sindaco di Roma Nathan, in cerca di modi per risanare il bilancio cittadino in crisi nera, depennò dalla lista di pagamenti la trippa per i gatti che il comune acquistava per i mici del centro storico tanto utili per eliminare i topi. Nathan ritenne quella spesa uno spreco e per risparmiare annunciò pubblicamente che a Roma non ci sarebbe più stata trippa per gatti.

Ernesto Nathan

Ernesto Nathan

Un’altra espressione ancora viva tra gli anziani, è il detto “ nun è più er tempo che Bberta filava” che fa, forse inconsapevolmente, riferimento a un’antica storia popolare tramandata di generazione in generazione. Berta era una filatrice di lino dell’antica Roma che un giorno incontrò per caso Nerone e gli augurò di campare mille anni; l’imperatore colpito da tale augurio, le comandò di tornare al lavoro e portare a palazzo tutto il lino che avrebbe filato fino al giorno dopo. Berta terrorizzata e ignara, pensò che Nerone l’avrebbe uccisa. Filò tutta la notte, e il giorno seguente, piena di paura, portò il lino a corte. Nerone ordinò di donarle tanta terra quanto filo aveva portato. Berta diventò ricchissima. Si scatenò una corsa a portare grandi quantità di lino all’imperatore nella speranza di ricevere il medesimo trattamento che toccò a Berta, ma Nerone rispondeva “Nun è più er tempo che Bberta filava”.

Concludiamo con un detto ormai caduto in disuso per descrivere le persone più bisognose, quelle che “commatteveno er cecio cor faciolo”, a indicare che allungavano la zuppa di fagioli con i ceci molto meno pregiati per risparmiare sul costo senza diminuire la quantità.

Dato che una Berta c’è e filava anche questa, ricordiamo il grande Rino Gaetano !!! Certo filava con un pò tutti … 🙂

Foto della serata COREdeROMA a Teatro 2016

A fine pagina i vari capitoli … 

La passione per Roma città, soprattutto per la sua storia, è stato sempre un punto fermo nell’editoria di COREdeROMA. Nel tempo, grazie a validissimi amanti della romanità, abbiamo toccato argomenti diversi. Ricordiamo con grande piacere la rubrica di Valerio: tra mito,  leggenda e …, quella di Lucilla Augusta RomA’rte, Ti à Piaciato di Moira.

Ora siamo orgogliosi ed entusiasti di presentarne una nuova, che prende vita grazie alla collaborazione con  un autore molto importante, amante di Roma e del suo immenso valore, Claudio Colaiacomo. Claudio ha scritto molti libri per la nota casa editrice Newton&Compton, Keep calm e passeggia per Roma, I love Roma, Roma perduta e dimenticata, Il giro di Roma in 501 luoghi, qui invece  il link per conoscerlo meglio. L’intento comune è quello di divulgare il più possibile le storie di Roma, dai suoi vicoli pregni di mistero, alla conoscenza di personaggi storici che rivivono grazie all’accurata e innamorata descrizione del nostro autore. Continua >>

Tutti noi veri tifosi della Roma, nessuno escluso.

Dai, guardatevi dentro, siate sinceri. Chi non ha mai sognato una vita così?! Chi non si è mai guardato allo specchio indossando la maglia della Roma, magari numero 10, prima di uscire da casa per andare allo stadio, sognando di salire le scalette che portano al campo, guardare il cielo, sentire l’odore dell’erba, il boato del pubblico e il proprio nome strillato?

Tutti. Siamo tutti Totti. Siamo tutti Totti quando, in questa vita fatta più di ingiustizie che di meriti, continuiamo a perdere le partite che vorremmo vincere, dopo aver fatto l’impossibile, giocando ai nostri massimi livelli, nel lavoro, nelle amicizie, in amore. Siamo tutti Totti perché chi ha scelto la Roma, chi ha scelto di seguire questo Capitano, ha scelto un romanticismo malinconico, a volte triste, ma incredibilmente Vero, Vivo.

Siamo tutti Totti quando vediamo qualcuno in difficoltà, nuotare nel mare in tempesta di quella che è la vita moderna e il primo pensiero sarebbe quello di andare al primo bancomat disponibile e ricoprirlo di aiuti. Noi, tutti Totti, nel profondo di un animo generoso, che daremmo la metà di quello che abbiamo.

Siamo tutti Totti anche quando sai di essere nel giusto, lavori come uno schiavo e ti comporti da persona onesta e righi dritto, eppure gli altri sono sempre li che stuzzicano, provocano, spingono. E allora siamo tutti Totti nel momento in cui chiudiamo gli occhi, ci carichiamo di energia e sferriamo quel calcio che in fondo quei provocatori, quei disonesti si meritavano. Siamo tutti Totti quando apriamo gli occhi e quel calcio non lo sferrerai mai, perché in fondo, noi della Roma, conosciamo bene la cultura della sofferenza e della sconfitta e ne facciamo la nostra forza.

Siamo tutti Totti infine quando la ragazza dei tuoi sogni, quella che è diventata tua moglie e forse ti ha dato anche dei bellissimi figli, quella donna che hai coccolato e amato per una vita, decide improvvisamente che forse le vostre strade si devono dividere, perché questa società moderna, fatta di velocità e consumo invece che di ricordi e conservazione, ti spinge a dimenticare, ad avere l’ansia del domani, ad avere tutto e subito piuttosto che essere.

E tu sei li, incredulo, Totti anche tu, che ti chiedi perché, dopo tutti questi anni di amore, non ci sia un modo per conciliare il tutto, un compromesso per entrambi, perché in amore, siamo tutti adulti e vaccinati noi che viviamo una vita vera, sempre di compromesso si parla. Ti offri di fare di più, ti metti a disposizione, di rinunciare persino a qualsiasi eventuale beneficio tu abbia avuto fino ad ora. Pur di restare uniti.

Tu, che sei Totti e che ancora credi nel romanticismo e non hai ceduto alla spirale del mondo moderno, sei rimasto il ragazzo che eri negli anni 90.

E allora noi, tutti Totti, caro Francesco, ti lanciamo una provocazione, stavolta positiva, un consiglio di un amico dall’altra parte del telefono che, come e forse più di te, vuole rivederti con il tuo amore, fosse anche soltanto per un’altra volta sola.

Proponi al tuo amore che rinuncerai a tutto, soldi compresi, pur di avere anche un’altra sola possibilità insieme. Fai capire al tuo amore che non è quello il problema. E che si fottesse la società moderna, con la sua velocità e il suo consumismo. Apri le braccia al tuo amore per far capire che sei indifeso, con nelle mani solo il tuo amore, per andarsi a prendere insieme, anche se stavolta sarai più seduto, più lento, più silenzioso, un’altra, ultima VITTORIA INSIEME.

Getta il cuore oltre Francesco. La tua Amata non potrà dirti di no, almeno questa volta.
Noi siamo tutti Totti e siamo tutti con te. Non potremmo non esserlo. Da quando ti conosciamo siamo stati sempre un’unica cosa. E lo saremo sempre.