martedì, Marzo 19, 2024 Anno XXI


Addio Giacomo, addio Core de Roma
Ti abbiamo sempre amato come il nostro Capitano in tempi burrascosi in cui la Roma era sempre il nostro amore ma non aveva i fasti che poi ha avuto a corrente alternata in seguito. Era la Magica perché con la stessa disinvoltura pareggiava o perdeva con l’Ascoli ma vinceva con le grandi squadre di Milano. Torino non la consideravamo. Era morta con il grande Toro anche lui aristocratico e popolare. Quell’altra squadra, la squadra dei padroni organizzata, costruita e tifata dagli emigrati italici, con il calcio vero oppio dei popoli (per loro, non per noi) visto che noi abbiamo sempre rappresentato la gloria imperitura e caduca dell’immensa Roma, Caput Mundi, non l’abbiamo mai considerata, almeno a quei tempi.
Tu eri il nostro Capitano eroe. Per tanti motivi. Mai ammonito, tranne nel giorno del ritiro, mai una lamentela o un atteggiamento fuori posto, sempre disposto all’estremo sacrificio, sempre al fianco della Roma, sempre al fianco dei tifosi, sempre al fianco dei giovani calciatori e dei giovani romanisti. Sui coccodrilli si ricordano quando rimanesti in campo con la Sampdoria non ostante l’infortunio. Invece ci innamorammo di te un’altra volta in cui, con la testa fasciata da un turbante di bende, andasti a finire all’ala sinistra perché non c’era la possibilità di poterti sostituire.
Era un altro calcio, erano, eravamo, altri ragazzi, uomini no perché siamo tutti boomers, come dicono oggi quelli che scimmiottano le parole che sentono in giro e non sanno neanche cosa significano. C’erano altri valori, la politica non aveva avvelenato e diviso lo stadio, tifavamo la Roma, e tifavamo te. Nostro Capitano. Avevamo in squadra, come capita oggi, anche un consistente numero di pippe ma i calciatori quando finivano li trovavi nei bar, con i tifosi, nei quartieri e gli volevamo bene. A te no. Ti amavamo e abbiamo continuato ad amarti, corrisposti per tutta la vita. Quando ti abbiamo invitato diverse volte a condividere una sera con noi non ci hai mai dato buca, anche quando magari il giorno dopo avevi un impegno importante. Con te, con la tua voce sottile e il tuo grande, immenso cuore, se ne va un pezzo della nostra vita. Ciao Capitano. Di Core de Roma rimaniamo noi, a tuo perenne onore e ricordo. In fin dei conti, portando ancora in giro il tuo soprannome è come se fossimo tutti un po’ figli, nipoti e pronipoti tuoi. E’ un grande onore e una grande responsabilità. Ti promettiamo che ne saremo sempre degni. Addio Capitano. Averti con noi è stato bellissimo.

Oggi si festeggia. Oggi è il giorno dei romanisti. Anzi dei Romanisti, perchè tutti noi oggi meritiamo la R maiuscola.

Oggi è il giorno della gioia, l’immensa pazza gioia di sentirsi ognuno quella parte di un tutto che forma l’enorme cuore giallorosso che pulsa e fa vivere questa città. Che, nonostante tutto, è e rimane magica. Oggi è il giorno in cui la felicità del risultato raggiunto, si mischia ad una ritrovata e, speriamo, consolidata consapevolezza di essere romanisti. Coi valori e i vezzi, la spocchia e la generosità, la felicità di stare tutti appiccicati nella mischia, l’impegno e la fortuna di tramandare ai nostri figli, alle generazioni di Romanisti che verranno, il valore della nostra profonda, invitta, ostentata e orgogliosa romanità.

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CAMMINERO’ INSIEME A TE …