Categorie Editoria Pillole&Chicche de Roma nostra Ultimi arrivi Ultimi arrivi CDR Scritto da Er Pasquino giovedì, 26 Maggio alle ore 08:38
Gli articoli sono gentile concessione di Claudio Colaiacomo: dal libro Roma Perduta e Dimenticata Compton Netwon Editori – segui Claudio su facebook o su twitter È da secoli che il nome di questo angolo di Roma si chiama più o meno così, e il motivo è sotto gli occhi di tutti anche se in pochi se ne accorgono. Salendo da piazzale Flaminio, poco prima di transitare sotto il ponte che collega due lati di Villa Borghese, ci troviamo davanti uno sperone di muro romano fortemente inclinato in avanti come se stesse per cadere da un momento all’altro. In realtà quell’apparente equilibrio precario dura da circa venti secoli, già in epoca romana il muro esisteva ed era già inclinato. Si tratta probabilmente di ciò che sopravvive di una villa esistente ben prima la costruzione delle mura aureliane che oggi costeggiano l’intero tracciato della via. Da tempo immemore il Muro Torto è considerato un luogo infausto, infestato da spiriti e maledetto. Le leggende si susseguono e si sovrappongono, si crede che il muro si inclinò per causa di un fulmine che lo colpì il giorno esatto della crocifissione di Pietro che la tradizione vuole sia avvenuta al Gianicolo. Qui erano seppelliti i condannati a morte, le prostitute e le donne di malaffare, era terra sconsacrata, dimenticata da Dio e le loro anime, non potendo andare in paradiso, rimanevano ad aleggiare nella zona terrorizzando i passanti. Non a caso, nel Medioevo le terre a ridosso del Muro Torto facevano parte della cosiddetta contrada del muro malo. Tra gli spiriti in pena troviamo anche quelli dei carbonari Targhini e Montanari decapitati nel 1825 dal boia di Roma, Mastro Titta, con l’accusa di omicidio. Quell’episodio è stato raccontato nel film del 1969 di Luigi Magni Nell’anno del Signore. Una targa affissa nel 1909 sul lato di porta del Popolo ricorda l’episodio con parole durissime nei confronti del papa che li avrebbe fatti giustiziare «senza prove e senza difesa».
Ricordiamo sempre che gli articoli sono gentile concessione di Claudio Colaiacomo: dal libro Roma Perduta e Dimenticata Compton Netwon Editori – segui Claudio su facebook o su twitter |