E’ esploso. Come un urlo che parte dal cuore, passa per la gola e scoppia in
bocca. E’ diventato rosso, perché se sei innamorato i colori che vedi diventano
più veri. Se poi segni all’ultimo secondo, nella porta della tua anima e sotto
la curva del tuo cuore, allora ecco che le notte viene colorata dal raggio del
sole più puro, dipingendo un arcobaleno. Ecco quello che il piccolo folletto
di Acilia avrà provato in quella corsa cosi corta ma pazza al tempo stesso che
lo divideva dalla sua gente. O forse no, perché solo chi tifa e gioca per la
squadra dei suoi sogni può capire cosa voglia dire. Nella settimana del
tantissimo atteso progetto dello stadio della Roma che nascerà a Tor Di Valle
fra due o al massimo (si spera) tre anni, quando i figli di ieri diventati oggi
padri, ci porteranno i figli di domani e anche i nipoti. Che bello, finalmente
una cosa nostra, con un bellissimo giardino rettangolare al centro del
soggiorno. Roba da ricchi, roba per pochi. Nei giorni in cui per l’ennesima
volta abbiamo assistito all’ennesimo abbaglio arbitrale in quel dello Juventus
Stadium. A proposito, ma sarà un caso che due attaccanti che affrontano il
signor Giorgio Chiellini vengano espulsi per una gomitata nel giro di tre
giorni l’uno dall’altro?Ma come funziona? Ma il numero 3 della Juventus non
faceva il difensore? E allora come mai i falli li fanno solo le punte? Shh…non
affrettatevi nemmeno a pensare alla risposta, perché non c’è. E’ tutto
regolare. E’ l’Italia dei bugiardi a fartelo credere. fai sempre si con la
testa, sorridi, fa finta di nulla, reagisci come se tutto ti sorprendesse.
Concentrati su altro. Medita alla Roma, pensa a quel l’urlo al 91° di
Alessandro Florenzi, uno nato manco a farlo apposta nel ’91. Un ragazzo che ha
fatto il gol che tutti desidereremmo fare da quando siamo piccoli cosi e
giocavamo al cortile sotto casa. Che bello. Rifletti che per quel medesimo
istante, su quel tiro che è valso la prima pietra del nuovo stadio, che ti ha
mandato forse direttamente in Champions,che ti ha fatto esplodere di rabbia,
gioia, amore e felicità all’ultimo secondo, perché come dice qualcuno queste
sono le vittorie più sofferte ma le più goduriose. Pensa a Castan che si va ad
abbracciare Toloi sul gol come fosse suo fratello nel giorno del suo
compleanno. Pensa a Garcia che su quel gol si è travestito da De Rossi ed è
diventato pazzo dalla gioia. Perché è tutta una questione di colori, altro che
masturbazione. Poiché come diceva Egdar Allan Poe coloro che sognano di giorno
sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte. Pensa a Giannini
che è andato sotto quella che era, è e sarà per sempre la sua Curva. Come per
Totti, De Rossi e adesso Florenzi. In un abbraccio tra passato, presente e
futuro che durerà per sempre. Moltiplica tutto all’infinito, portalo negli
abissi più profondi e avrai soltanto una piccola parte di quello che significa
esser della Roma.
Filiberto Marino
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