sabato, Luglio 27, 2024 Anno XXI


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Gli articoli sono gentile concessione di Claudio Colaiacomo: dal libro Roma Perduta e Dimenticata  Compton Netwon Editori – segui Claudio su facebook o su twitter


A cavallo tra il dodicesimo e tredicesimo secolo, papa Innocenzo III trovò un modo piuttosto singolare per risolvere il problema dei bambini abbandonati dalle madri. A quel tempo gli abbandoni si susseguivano copiosi, nelle chiese, nei conventi o semplicemente per strada. Perlopiù figli di prostitute o di rapporti illeciti di cui si doveva mantenere il segreto a tutti costi. I piccoli erano registrati negli archivi cittadini come figli di madre ignota che in latino diventa Filius m. Ignotae, qualifica da cui discende senz’altro una delle male parole più tipiche del dialetto romanesco. Purtroppo quei poveretti abbandonati finivano sovente per morire per malattia e malnutrizione, se sopravvivevano prendevano la strada della malvivenza, del brigantaggio e della questua.

ruota degli esposti

ruota degli esposti

ruota degli esposti2

ruota degli esposti detaglio

Il papa fece aprire una singolarissima finestra su un lato dell’ospedale Santo Spirito in Sassia. L’apertura era dotata di un marchingegno di legno che poteva essere ruotato per dar modo a chi stava fuori di deporre un bambino senza essere visto. Un addetto, dentro l’ospedale, faceva girare il meccanismo per portare il piccolo all’interno e consegnarlo alle cure dei medici. Era la cosiddetta Ruota degli Esposti, nata per arginare un fenomeno drammatico, e trasformata in pochi anni in una prassi piuttosto comune. Ai piccoli veniva garantita assistenza, cibo e l’istruzione ai precetti cristiani più rigorosi.

La ruota è visitabile presso il civico numero due di Borgo Santo Spirito, anche se questa è un rifacimento del XV secolo. Si trova all’interno di una casetta in muratura che sporge dal complesso principale, il meccanismo in legno è intatto e ancora in grado di ruotare. Concludiamo con due curiosità: il cognome Esposito deriva proprio da quel gesto pietoso di abbandono, quando un piccolo era “esposto” presso la ruota. Lo stesso vale per il cognome Proietti che deriva dal latino e significa lasciati, abbandonati, deposti. La ruota è infatti conosciuta anche come Ruota dei Proietti.


Ricordiamo sempre che gli articoli sono gentile concessione di Claudio Colaiacomo: dal libro Roma Perduta e Dimenticata  Compton Netwon Editori – segui Claudio su facebook o su twitter