giovedì, Aprile 18, 2024 Anno XXI


Le vigilie, quando si parla di attesa di partite della AS Roma, sono sempre cariche di aspettative, sogni, coppe alzate al cielo, sorpassi in classifica, svolte epocali. Le nostre vigilie calcistiche sono di solito dolci come le fragole su una coppa di gelato, a 3 piani, in una calda serata estiva sul lido di Ostia. Sono sempre state così, che da che mondo è mondo, e per noi romanisti il piacere nel 90% delle volte è stato solo quello. Quello dell’attesa. Meglio di niente…

Da qualche tempo a questa parte invece, direi così ad occhio 5/6 anni, le vigilie in casa Roma sono cariche di ansia, incertezze, paure più o meno trafelate. Il dolce sapore di cui sopra è rimasto solo una sensazione in retrogusto che va pian piano scomparendo. Va scomparendo con i tifosi nostalgici, quelli che chiameremo per comodità “della vecchia guardia”. Parliamoci chiaro, da quando è arrivata la proprietà americana ha anche preso vita un nuovo modello di tifoso della Roma; quello che “vuole vincere per forza”.

Questa nuova categoria di tifosi, gente che avrà frequentato lo stadio più o meno 8/10 volte in 20 anni, è quello che segue la Roma solo per convenienza, va allo stadio solo con le big, esulta solo se gli conviene e fondamentalmente sovverte tutte le tradizioni del vero tifoso romanista; Amo la Roma a prescindere. Non è detto che sia della “nuova generazione”, della fascia di età 15/30. Può essere anche di media età, appartenere ad una sfera più o meno borghese della società per bene. Non importa. La cosa più eclatante è che queste sottospecie siano venute fuori più o meno dopo l’avvento della cultura a stelle e strisce, quella sportivo consumistica, guarda un pò.

Quello che sta succedendo a Trigoria da qualche settimana a questa parte ne è l’esempio lampante. Il nostro capitano, rappresentante della romanità e della nostra cultura calcistica nel mondo degli ultimi 20 anni, messo in discussione come fosse l’ultimo dei primavera, una società distante e distratta e un esercito di giornalisti nazionali ad inzuppare il pane su queste vicende maldestre per vendere i loro giornali da 4 soldi.

Oggi per esempio, su calciomercato.com. leggevo che se Totti e De Rossi lasciassero a fine stagione, la Roma avrebbe perso la sua anima romana e romanista. Vero, per carità. E’ anche vero che comunque i due sono sportivamente al limite della carriera e ci sarebbe tutto il tempo per rimpiazzarli con i vari Florenzi & fratelli, in giro per l’Italia a fare le fortune di altre squadre minori.

Se solo la società lo volesse. Se solo…

Ma il mix è esplosivo. La proprietà è assente, i “consumatori” (gli ex tifosi) ingordi, la cultura cancellata, la romanità sradicata, le bandiere ammainate, gli sciacalli pronti e…lo stadio vuoto.

Questo è il panorama, vero, della AS Roma oggi. Per chi non se ne fosse accorto è in atto la disinstallazione di tutto quello che è stata la Roma fino a ieri. La distrazione sono i risultati più o meno buoni degli ultimi tempi, conditio sine qua non per tenerci buoni. E noi, poveri illusi, che riusciamo ancora a gioire ad ogni gol e vittoria.

Attenti però, che vi teniamo sott’occhio. Pensate a lavorare bene, vincere, segnare e portare alto il nome di Roma. Le bandiere, quando, dove e se sventolarle, è solo affar nostro.

Forza Sempre Grande Roma.