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Era l’occasione per accorciare sulla prima in classifica, era l’occasione per mettere ancora più pressione su chi già sa che non sarà una passeggiata. Ma la partita clou della champions cosi vicina non poteva non entrare in Roma Sassuolo.

Garcia sceglie il turn-over e contemporaneamente mette Strootman dal primo minuto. Col senno di poi tutto è facile, con la mancata vittoria tutto è criticabile. Una cosa che si può imputare al mister è il rientro da titolare dell’olandese in un centrocampo con De Rossi in palese affanno e Pjanic quasi trequartista. Magari con un Nainggolan vicino sarebbe stato più protetto.

Se poi deve andar male va pure peggio. De Sanctis fa la frittata che costa il primo e di conseguenza il secondo gol. È una Roma suonata, barcolla sul ring e l’impressione che possa subire ancora non è cosi remota.

La sorpresa è nel vedere gli stessi undici a inizio secondo tempo. Scelta opinabile del mister, soprattutto riguardo a Strootman. Neanche il tempo di capire come poter recuperare che arriva la seconda frittata della sera, stavolta è De Rossi a farla. Squadra in dieci e percentuali di pareggio in picchiata.

Ma ci sono dei giocatori che in questo momento fanno la Roma, e ogni volta che mancano l’assenza pesa. Naingolan e Gervinho entrano e il Sassuolo non gioca più. Gli ospiti non sanno approfittare della superiorità numerica e stentano nel ripartire, rintanandosi sempre più nella loro metà campo.

Solo le giocate dei singoli potevano ritirare su questa partita. Su tutti spicca Ljajic, con una voglia di non perdere che in passato non gli abbiamo mai visto. Semina avversari come birilli, si prende la responsabilità del rigore e la gioia del pareggio allo scadere.

Certo con il Sassuolo in casa devi vincere ma questo punto non lascia il sapore cosi amaro, perché rimontare due gol in dieci in una serata in cui va tutto storto non è una cosa da buttare via.

petra@corederoma.it