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Niente finale ed è la cosa che fa più male. Il tabellone infame della coppa Italia ci aveva segnato un cammino arduo ma con forza e merito ce l’avevamo quasi fatta. Mancava l’ultimo ostacolo e purtroppo l’abbiamo affrontato di petto invece di aggirarlo.

Il vantaggio dell’andata, seppur minimo, poteva e doveva essere gestito meglio. La formazione iniziale cosi offensiva, tenuto conto che avevi un’ala come terzino, è stata davvero una sorpresa difficile da spiegare.

Cosi come la gestione dei calciatori in questo ciclo ravvicinato di partite ci ha lasciato un po’ perplessi. Sottolineando però anche prestazioni personali al di sotto della sufficienza.

Detto questo però, e dopo aver ingoiato un boccone amarissimo, ci si ritira su le maniche e si torna in battaglia con l’umiltà che ha contraddistinto il viaggio fino a qui.

Deve tornare il sorriso, ho visto troppe facce sbagliate, troppa ansia. Questo non significa non avere la cattiveria giusta, tutt’altro. La leggerezza mentale ti permette di essere chirurgico, di colpire ed evitare di esserlo.

Cancelliamo tutti gli errori senza dare colpe e il secondo posto arriverà con naturalezza. Non complichiamo una realtà che ci vede meritatamente in lotta champions. Lasciamo perdere rincorse affannose e voli pindarici.

I numeri nudi e crudi stanno con noi, basta assecondarli e ci ritroveremo a fine stagione con un bel sorriso sulla faccia.

petra@corederoma.it