venerdì, Maggio 09, 2025 Anno XXI


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I 3 punti della situazione.

Che poi sono quelli che avremmo voluto contro l’Inter e che come sempre, di riffa o di raffa, ci sono sfuggiti sempre perché alla Roma manca “30 pè fa 31”.
Girovagando sui vari social ne ho lette davvero di tutti i colori. Il più bel post, cito, è stato l’invito spassionato e rassegnato del nostro Luciano Big Luc a “annà ar cinema la sera o i pomeriggi dedicati al “salto di qualità della Roma” e uno nun s’encazza”. Credo sia tutto riassunto in un pensiero che non fa una piega. Fa sorridere e allo stesso tempo rodere il culo. E non poco.
Anni fa pensavo fosse un pensiero solo mio, una mia piccola fissa scaramantica che ciclicamente si avverava. C’avevo 19 anni, s’ho passati 20 anni, nun è cambiato niente, ed è puntualmente ancora, sempre, puntualmente così. E allora non sono io.

Ma per quanto le mie, vostre, loro coronarie possano testimoniare, la delusione di Milano sembra lontana già vent’anni. Nel mezzo c’è stato un altro di quei mercoledì che da “leoni” poteva trasformarsi nell’ennesimo da c#%&oni. Come diceva il nostro onorevole presidente Viola, “è e sarà sempre una questione di centimetri”. Sempre quel famoso centimetro di cui sopra che ci manca per fare 31. Beh, pare che stavolta qualche dea commiserevole c’abbia ascoltato e visto lungo. Se Morfeo c’aveva addormentato gli 11 gladiatori tra il primo e secondo tempo, è arrivata per fortuna Maia, antica dea della mitologia romana della fecondità e del risveglio della natura in primavera che ha piazzato un paio di pizze in faccia a chi doveva portando una branca di assonnati alla conquista di 3 punti (ancora non definitivamente) importanti.

Esaurita la parte semiludica, arriviamo al terzo e ultimo, serissimo punto. Domenica arriva la partita delle partite. Almeno per quelli che la sentono fortemente all’interno del GRA. Mai come quest’anno probabilmente la partita e l’atto sportivo in se non sono al centro dell’interesse generale. Sarà se nessuno si rimangerà la parola, dal 1953, data della costruzione dello Stadio Olimpico, il derby con minor affluenza della storia. Gabrielli e le istituzioni tutte ci sono riusciti. Hanno mirato al cuore della passione e ne hanno sradicato l’anima. Questa partita, senza tifosi, senza il popolo, non ha un vero senso. Si parla di marcia indietro, si parla di dialogo, in dichiarazioni addirittura affidate alla TV nazionale. Lasciate perdere. Non vi fidate. Andate dritto per la vostra strada e rispettate il silenzio e l’assenza.

Chiudo citando ancora un’altra fonte illuminata (Questa curva non si divide) che oggi su Facebook riportava alle nostre memorie quanto succedeva negli anni 70 in Italia… “La strategia della tensione negli anni ’70 si basava anche e soprattutto su personaggi (spesso e volentieri appartenenti ai cosiddetti “servizi deviati” e limitrofi ai corpi di polizia) infiltrati nei cortei e nelle manifestazioni per agire da provocatori e scatenare poi la cieca repressione” e continua… “ATTENZIONE A TUTTI E A TUTTO! Soprattutto, a come i media racconteranno il derby di fuori….per questo la diserzione deve essere TOTALE! Nessun assist a Gabrielli e alla Questura: lasciamogli contemplare il DESERTO che hanno creato. Poi qualcuno chiederà anche il conto di quanto, coi soldi di tutti noi che paghiamo le tasse, sarà costato il loro stato di polizia.”

Capito?! Quanto finirà la partita è davvero l’ultimo pensiero. Riprendetevi la palla e giocateci voi. Bella regà.

Ad maiora

Giacomo Serafini