venerdì, Maggio 02, 2025 Anno XXI


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È finito il girone d’andata e il passo delle ultime giornate ci ha portato al giro di boa con cinque lunghezze di ritardo rispetto alla capolista. Si rischia di scivolare via via sempre più lontani per l’incapacità della squadra di cambiare marcia, di dare un segnale forte al campionato.

A Palermo ennesima prestazione insufficiente e ormai sono diventate davvero troppe. L’errore iniziale di Astori è il sintomo di una malattia che ha colpito tutto il gruppo.

Il calcio espresso dalla Roma è un calcio attendista, giocatori fermi in attesa della palla, si viaggia a risparmio energetico. Inserimenti, sovrapposizioni, tagli niente di tutto questo.

Come mai non si corre più? Come mai si subisce e non si ha la forza di reagire in modo veemente che duri  però fino alla fine del match?

Tante parole che però se le porta via il vento. Non si discute più se si può vincere lo scudetto o meno, ma su quanto si è in grado di lottare per vincere.

È in grado questa Roma di sorprenderci? Di infilare una striscia di vittorie consecutive per far preoccupare un avversario che viaggia a gonfie vele? Ci sono forti dubbi su questo e difficilmente capiremo il perché.

Come mai dopo una buona stagione quella successiva non riesce ad essere migliore. Perché quella fame tanto manifestata a parole si perde sul campo di gioco. Come nel derby anche a Palermo una volta raggiunto il pareggio cosa si è fatto per guadagnare i tre punti?

Ormai è finita anche al storiella che pur giocando male si sono raccolti punti. Da qui in poi o ti dai una svegliata o puoi stare tranquillo che arriveranno anche da sotto.

Inizia il lato controvento e non è il lato buono per chi si accontenta.

petra@corederoma.it