giovedì, Aprile 18, 2024 Anno XXI


In questi giorni ricorrono 60anni da quando furono assegnate le prime case del Quartiere INA-CASA al Tuscolano e io voglio ricordare quello straordinario evento con una piccola e modesta Storia che all’ inizio sarà un po’ noiosa e stringata perchè doverosamente si limiterà ad una esposizione quasi cronologica .

Dunque , non tutti sanno che alla realizzazione del Quartiere INA CASA contribuirono i più grandi architetti dell’epoca e ancora oggi è oggetto di studio per gli studenti di Architettura di tutto il mondo come esempio di “quartiere a misura d’uomo” .  La zona dove sorse era detta “Cecafumo” perché essendo prima abitata quasi esclusivamente da pastori soliti ad accendere fuochi ,  la zona era spesso pervasa da acre e accecante fumo ,  appunto . 

Anche politicamente parlando fu da subito una “NON UTOPIA” , cioè furono le prime case A RISCATTO ; non si pagava infatti un affitto ma una quota mensile “leggermente” maggiorata che consentiva dopo 35anni di avere la proprietà dell’immobile e questo ha fatto in modo che il Quartiere NON sia stato mai veramente degradato come Tiburtino terzo , San Basilio , Laurentino 38 , Primavalle ecc. ecc.

Prima di continuare con il racconto permettemi di fare una piccola premessa che poi consentirà di “capire” alcuni aneddoti ; l’ INA–CASA nasce a pochi metri da Cinecittà ed è per questo che il Cinema si è servito da subito massicciamente dei suoi abitanti e , scusate la presunzione , noi “giovani pionieri” abbiamo contribuito in parte alla nascita del Grande Cinema Italiano !! Abituati , come eravamo , alla “finzione o alla-messa-in-scena” , molti di noi sono cresciuti disincantati e realisti…..insomma siamo , come si dice a Roma , “cresciuti con la puzzetta sotto il naso” !!

Torniamo alla storia; dunque , immaginate l’estrema periferia sud-ovest di Roma all’ improvviso “invasa” da oltre 15.000 persone , molti ex baraccati , provienti in pratica da tutt’ Italia , che la abitano e che hanno una sola strada di collegamento verso la Città : la Tuscolana e il suo il tranvai , due miniCinema (Quadraro e Folgore) nel vecchio quartiere Quadraro e nessun complesso sportivo !! Pertanto c ‘era il rischio reale di isolamento e degrado ma invece , malgrado abitudini ,origini e professioni diversissime , il Quartiere fu “vissuto” immediatamente dai suoi abitanti che crearono spontaneamente un importante e solidale tessuto sociale ; le giovani coppie (la quasi totalità) fraternizzarono quasi subito mentre quelle più anziane si erano assunte l’ onere del controllo e consiglio . I cortili degli stabili diventarono “palestre e campi sportivi” e la Scuola , malgrado i TRIPLI turni e minimo 30 alunni per classe , un vero centro di formazione e ricreazione . Le file chilometriche nei pochi negozi e nel piccolo mercato erano un pretesto per stare insieme e farsi quattro risate spettegolando un po’. Le difficoltà di spostamento per i pochi mezzi pubblici , costringevano gli uomini a veri tour de force per raggiungere il posto di lavoro e , considerando che allora la settimana lavorativa era di 48ore , i lavoratori uscivano di casa praticamente all’ alba per tornare in casa a sera inoltrata e la figura della Mamma diventava decisiva non solo per la crescita familiare ma per tutto il quartiere .

Donne incredibili come Carolina (la Calabrese) che , malgrado debba spesso riportare a casa il marito ubriaco a schiaffi , cazzotti e spintoni (verooo !!) , fra l’ilarità generale , cresceva ineccepibilmente 3 figli ; come la sora Aida  (veneta) , molto alta e robusta che si occupava , oltre che di mandare avanti la famiglia (marito e 3 figli) , di stabilire turnazioni per le pulizie di scale e cortili senza che nessuna trovasse il modo di eccepire (e avrei voluto vedere……con quel fisico !!) , come la signora “ C.” (Friulana) che riuscì a tirare su 6 figli facendo pulizia e punture nelle case dei più “abienti” (sic!!) , come la sora Melina (abruzzese) che , avendo qualche nozione di sartoria , dava ripetizioni alle giovani mamme su “toppe” ai pantaloni o rammendi , come la sora Cecilia (siciliana) che quando friggeva gli arancini doveva farlo in quantità indusriale per “la spontanea fila” di bambini che si formava davanti la porta di casa sua , come la sora Maria (sarda) taciturna ma “abile” giardiniera soprannominata “Attila” perché dove potava Lei……. e ovviamente non poteva mancare la sora Iolanda che sapeva tutto di tutti e che passava il tempo a mettere in guardia (aveva saputo che…) da pericolose frequentazioni le famiglie previo caffè e biscottino rigidamente fatto in casa (anche perché le pasticcerie non “si usavano”) .

Ovviamente l’ obbiettivo ultimo di ogni famiglia era il RISPARMIO e ogni capofamiglia si industriava per raggiungerlo ; ad esempio tutti sanno che la gioia più grande per un ragazzino italiano è quella di prendere a calci un pallone e per evitare che si danneggiassero le scarpe “nuove” diversi papà avevano attrezzato nella loro cantina una piccola calzoleria dove si potevano applicare alle punte e ai talloni delle scarpe (nuove …..di nuovo ) delle mezzelune di ferro dette “centrelle” che praticamente rendevano le calzature quasi indistruttibili ma estremamente pericolose nei contrasti di calcio (e non) .

Anche l’ alimentazione era finalizzata ……al risparmio e la dieta era ricca di farinacei (leggi pastasciutta) ma povera di vitamine (leggi carne) ; non essendo stato inventato ancora il termine “merendina” , a placare gli appetiti dei ragazzi (sempre affamati…..dico io….) si provvedeva con una bella fetta di pane , olio e pomodoro….nei mesi estivi , in inverno pane olio ….e basta !!

In questo contesto sociale esplose la figura di un giovane (vice) Parroco Don Paolo Rossi che fu decisivo per lo sviluppo culturale , fisico e spirituale dei giovani e di tutto il Quartiere . Data la Sua “abbondante” mole (tanto mi perdonerà) non si potrebbe dire che sia piovuto dal Cielo ma invece fu proprio questo che accadde !!  Leggi la seconda parte –>