sabato, Aprile 20, 2024 Anno XXI


Prendere in mano la penna e scrivere nel momento in cui una di noi se ne va per proteggerci dall’alto è triste, e non vogliamo scadere nella retorica.

Lupacchiotta Carla, per noi Carlè, mamma Carla o semplicemente Carla, ci ha lasciati oggi, dopo aver perso la battaglia che per anni ha condotto con un coraggio da leone, contro un nemico invisibile e infame.

Corrono oggi alla mente le immagini della balconata di CdR, ove Carla faceva presenza fissa con le sue crostate fatte come ‘na vorta, co’ la frolla sapientemente lavorata a mano, che quando sentivi il profumo del burro ti perdevi in quell’abbraccio d’amore che solo le mamme ti sanno dare.

Immagini di uno stadio pieno e in festa perchè “gioca a Roma”, immagini di solo qualche anno fa ma così incredibilmente lontane.

Ci mancherai Carla.

Ci mancheranno le tue Capocciate.

Ci mancheranno i tuoi sorrisi e i tuoi auguri di buon onomastico e di compleanno, perchè non te ne scappava uno.

Probabilmente il primo che vorrai incontrare appena arriverai, sarà il tuo amato Niketto. Siamo certi che sarà li ad aspettarti sulla soglia, fedele come sempre.

Ciao Carla. Tu e Sante guardateci da lassù.

La gara di ieri sera contro i rigoristi cronici è stato quanto di peggio ci si potesse aspettare. Un arbitraggio infame, che i vari giornalini incarta-pesce del nord non hanno esitato a definire coraggioso o addirittura equo, ha evidentemente impiccato una partita che al netto degli errori del prezzolato di turno, non prometteva nulla di buono a partire dalla lettura della formazione di partenza. Ma per quanto ci ritroviamo uno zombie ben pettinato in panchina e una rosa di mezzi giocatori, non è ancora chiaro come mai, da due anni a sta parte, la VAR funziona sempre e solo nella nostra metà campo e su episodi di dubbia interpretazione.

Ma che non contamo un cazzo non lo scopriamo oggi. E sappiamo chi dobbiamo ringraziare.

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Il redazionale di CoredeRoma non ha, come è noto, una cadenza regolare. Non segue l’intercedere delle partite di campionato, non è soggetto ai venti variabili di un certo romanismo d’accatto che ha giustificato negli anni il passaggio dei peggio sciacalli.

Scriviamo (o urliamo) quando abbiamo qualcosa da dire o se c’è una notizia che vale la pena approfondire. E la notizia in questo caso è che se semo rotti er cazzo.

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Semmai ce ne fosse bisogno, la sveja rimediata stasera al derby ci riporta drammaticamente alla realtà e certifica, a 90 minuti dal termine del girone d’andata, il vero valore di questa Roma.

Zero personalità, formazione sbagliata, difensori che scivolano manco giocassero sulla neve, zero pericoli creati in attacco.
Non si salva nessuno stasera e inerpicarci nell’esercizio di distribuire le colpe ai singoli non porta da nessuna parte.

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