Categorie Editoria Il Redazionale Ultimi arrivi CDR Scritto da Danilo Leo venerdì, 18 Maggio alle ore 10:23
L’immagine di Gaetano Anzalone che più di ogni altra è rimasta impressa nella mente dei tifosi romanisti con i capelli bianchi, è quella di un uomo che piange e si asciuga le lacrime con un candido fazzoletto da gentiluomo d’altri tempi. Era il 16 maggio del 1979, il giorno in cui lasciò la presidenza della Roma di cui era il patron dal 12 giugno del 1971, affidandola ad un gruppo con a capo Dino Viola. Un passaggio di testimone fra due presidenti che avrebbero letteralmente cambiato la storia del club giallorosso. Sì perché Gaetano Anzalone iniziò quel lavoro di ammodernamento delle strutture societarie, un modo nuovo di condurre una società di calcio che si avviava a divenire una Spa con fini di lucro. Fu lui infatti ad iniziare e quasi terminare il centro sportivo di Trigoria (un gioiello per i tempi, all’avanguardia per modernità di strutture e metodologie), avviò la commercializzazione del marchio Roma per poter aumentare i ricavi che allora, per una società di calcio, non erano certo quelli di oggi. Ci mise il cervello, dunque. Ma ci mise anche tanto cuore. Era un tifoso della Roma e chi scrive, che ha avuto la fortuna di averlo come presidente nell’Ostiense della fine degli anni Sessanta, ebbe modo di constatarlo di persona. |
