Categorie Ultima Legione Roma Ultimi arrivi CDR Scritto da r. cdr martedì, 29 Settembre alle ore 09:46
Se c’e’ una cosa che divide un destino favorevole da uno nefasto sono di sicuro le scelte, quelle che gli anglofoni amano chiamare le “sliding doors”, porte che si chiudono, portoni(?) che si aprono. Nella storia di questa societa’ e di questa squadra sono state piu’ le porte chiuse in faccia che i treni presi al volo. E la maggior parte delle volte, noi passeggeri ignari, abbiamo aspettato invano il prossimo treno, il prossimo orario, per la prossima destinazione. E ce ne siamo fatti, piu’ o meno, sempre una ragione. Stavolta la storia e’ diversa. Se da una parte ci sono porte che continuano a chiudersi inesorabilmente, quasi definitivamente (tra l’altro in faccia a chi, nonostante tutto, sarebbe stato comunque pronto ad aspettare…ancora) c’e’ che dall’altra parte la stazione va piano piano svuotandosi, lasciando un vuoto incolmabile e pericolosamente silenzioso. C’e’, invero, chi ha scelto quel treno di non prenderlo piu’. Ovunque andra’, verso assolati orizzonti vittoriosi o verso notti senza fine. Non fa nulla. Non e’ piu’ la destinazione la cosa importante. Ma in fondo, quando mai lo e’ stata? Quando mai, nella storia di questi interminabili viaggi, si e’ chiesto dove, come e quando si sarebbe arrivati? La risposta e’ semplice. Mai. Da quando esiste questa passione, di questo viaggio chiamato Roma, i suoi viaggiatori (chiamarli passeggeri sarebbe riduttivo ed offensivo), si sono sempre imbarcati a priori. Ed il percorso stesso e’ coinciso con la passione, la scelta di vita, l’amore infinito. Ma come tutti gli amori, esistono fasi di avvicinamento e allontanamento. Spesso, oltre che concettuale, anche fisico. Il treno e’ partito insomma, e la maggior parte di noi ha deciso di salutare l’amata restando fermo sulla piattaforma del binario, in silenzio, non senza un magone che squarcia il petto, ma con ferma convinzione, questa volta, di aver fatto la scelta giusta. Non e’ mancanza di amore. Non lo sara’ mai. L’amore, certe volte, e’ davvero eterno. E’ la diversita’ di destinazione, stavolta a mettere la distanza. Ahinoi, non ce ne voglia la nostra amata, che seguiremo sempre da lontano, ma a questo viaggio, in queste condizioni, non ce la sentiamo di prendere parte. Occasione non colta, deliberatamente. Cosi come deliberatamente non ha colto l’occasione l’intera azienda AS Roma di pronunciarsi a favore di una tifoseria lasciata alla sua deriva. Evidentemente ai piani alti si preferisce il vuoto, oltre che sugli spalti, anche negli animi di una passione che dovrebbe essere comune. “Non c’è tensione, non c’è emozione, nessun dolore”. Parlando infine delle occasioni da cogliere, sabato finalmente, contro una modesta compagine della provincia emiliana, la squadra ha fatto quello che andava fatto, ne piu e ne meno. Il risultato e’ frutto di una superiorita’ che non deve stupire. Ed anzi, se vogliamo dirla tutta, si e’ faticato fin troppo a tenere a freno le voglie di rivincita di ex-compagni avvelenati e sedicenti emergenti in cerca di gloria. Navighiamo a vista perche’ la nebbia continua ad essere piu’ o meno fitta e la vista e’ poca. Chi invece ci vede benissimo e’ la sfiga che continua a falcidiare una squadra gia’ con una coperta corta, cortissima. Proprio adesso, che invece la coperta doveva essere doppia, tripla e andiamo sotto zero, nel bel mezzo della Bielorussia. Comunque vada, chiunque indossi quella la maglia (stavolta grigia come la fantasia di chi sfrutta un marchio senza rispettarne storia e tradizione), Forza Sempre Grande Roma. Ad maiora. Giacomo Serafini |
