venerdì, Aprile 19, 2024 Anno XXI


Qualcuno un giorno scrisse che il destino non è una catena, ma un volo. Si
esatto proprio un volo, come quello di Christodoulopoulos, che a porta
spalancata l’ha mandata fuori ad un minuto dalla fine. E poi non dite che Gesù
non esiste, perché anche un laico ieri sera al Dallara di Bologna si sarebbe
arreso all’evidenza del Vangelo secondo Garcia. Nel giorno in cui manca Totti,
il Giotto bosniaco non pennella per un ginocchio malandato, Florenzi non sgomma
a causa di una caviglia distorta, lo squalo Kevin è in panca e l’apostolo
Mattia prende il palo interno fuori (più difficile a dirsi che a farsi), ci
pensa il piccolo Ninja sardo e tutto tatuato a buttarla dentro. Benvenuto
Ninjagol in quest’ orgia giallorossa fatta di corse, rincorse, baci ed
abbracci. Come quelli che papà Daniele da a Rodrigo Taddei classe ’80 e
Romagnoli classe ’95 a fine partita. Il vecchio ed il nuovo, alla faccia di
Renzi, Napolitano e dell’Italia intera che dice che due età differenti non
posso convivere nello stesso posto, perché una nemica dell’altra. Fesserie.
Perché la giovinezza è un tesoro che si può avere ad ogni età, anche da vecchi,
purché venga dal cuore ancor prima che dalla mente. Lo stesso muscolo cardiaco
che ci metterà questa Roma in una rincorsa quasi impossibile, perché li davanti
vinceranno quasi sempre e perché anche nel giorno in cui ti imponi fuori casa
senza i tuoi quattro terzini e il Capitano della tua squadra, il tuo destino si
sarà alzato sempre un’ora prima di te. Ma poi ti blocchi , rifletti ed esulti
quando il pallone di Lazaros (mica un nome qualsiasi) Christodoulopoulos esce
dallo specchio di Desantics ad un soffio dalla fine e ti domandi dentro di te
se Lepoardi n fondo non avesse ragione quando diceva che anche nell’ultimo
istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Se non altro per il fatto che per 16 volte non hai subito reti e sei ancor li a
portata di sogno. Per questo e unicamente per questo motivo pure un ateo in tal
momento griderebbe di crederci, perché il nostro destino non è conservato nelle
stelle ma nel nostro cuore.

Filiberto Marino