domenica, Maggio 05, 2024 Anno XXI


La pioggia del lunedì mattina cade fitta e con un tocco di vento dopo questa
domenica stracittadina. I pensieri che si fanno possono essere mille e mille
ancora, ma solo chi tifa una delle due squadre, di qualsiasi città, di
qualsiasi nazione può capire le sensazioni del giorno prima e del giorno dopo.
Figuriamoci quelle delle due romane. Per tal incipit questo punto da qualsiasi
posizione tu lo possa guardare, sembra di un color dorato, da custodire come la
famosa moneta numero uno di Zio Paperone. Poteva andare meglio certo, ma
sarebbe anche potuto andar peggio se santo Torosidis con le sue corna non
avesse sporcato quel pallone di Onazi che sarebbe arrivato dolce dolce a Klose,
in un due contro uno da parrocchia a dieci minuti dalla fine. Ed invece tutti
si ricordano solo l’occasione di Bastos, esordiente nel derby mica roba da
tutti, o il tiro sbagliato da Pjanic. Ecco il punto del punto è proprio qui.
Potevi vincere e hai rischiato di perdere, perché il dio del calcio qualche
volta non guarda se tieni l’avversario per un tempo e qualcosa dentro la
propria tre quarti e alla prima svista, ecco che ti ritrovi li con il pensiero
al lunedì mattina, che guardando la pioggia sembra sussurrare:” tutto sommato
pareggiare il derby c’è po’ sta’. Punto in tutti i sensi. Anzi magari ragioni
che questa partita nel bene e nel male fino al prossimo autunno non ci sarà più
e tiri un sospiro di sollievo. Per il solo il motivo che conosce un vero tifoso
di ambedue le squadre e che lo vive sulla propria pelle tutto l’anno, perchè la
squadra dell’altra sponda in quella maledetta partita si trasformerà sempre,
ogni anno a dispetto di qualsiasi classifica nel Real Madrid. Onestà
intellettuale per chi ne abbia, il resto è chiacchiera obsoleta e retorica. L’
occasione non l’hai persa, poiché quel che conta veramente era che o te o il
Verona segnasse e cosi è stato, dunque positività. Perché “ce o sai bene” in un
angolo remoto della tua anima che se segnavi tu, il Verona non avrebbe mai
segnato, per la ragione banale che non c’è virtù ne vittoria più bella di saper
comandare e vincere se stessi. Forse ti potresti incazzare, se solo ti fermassi
un secondo a domandarti perché per la squadra di Conte valgono sempre le regole
della pallavolo in area di rigore e per gli altri no e viceversa. Invece te ne
freghi, guardi Napoli e continui a guardare la pioggia che cade avendo capito
due cose. La prima è che la Juventus non è invincibile e che non sta scritto da
nessuna parte che se stai sotto due a zero (con due gol in fuorigioco) non puoi
rimontare contro i primi in classifica. La seconda invece che qualche volta può
essere una grande vittoria saper prendere un buon punto perché l’unica
affermazione del vinto è la rassegnazione.
Filiberto Marino