domenica, Maggio 05, 2024 Anno XXI


Prima di affollare le emittenze radiofoniche, i lucidi salotti e mostrare
finti sorrisi con falsi complimenti, diciamolo subito. Il rigore di Cacciatore
su Torosidis c’era, ma se non si fosse dato non sarebbe stato scandaloso.
Adesso che il perdono è stato chiesto, in attesa di riceverlo, la domanda è. Ma
il rigore di ieri sera dell’ Olimpico su fallo di mano di Bonucci in area, con
la Juve già sotto di un uomo e di una rete era o non rigore? Non serve
continuare perché la differenza sta tutta qui. Il bene vince sempre sul male.
Anzi complimenti alla Lazio che ha fatto vincere il calcio, lasciando perdere i
poveri mentecatti intellettuali che chiedevano ai propri beniamini “de
scansasse” per la seconda volta in meno di quattro anni, quasi un record.
Invece no ed ecco che per un’ora e mezzo il nemico del nemico può diventare un
amico. Tanto si sa, che sotto sotto anzi “sottissimo” e anche di più, ieri sera
tre quarti di Roma oro e porpora stava incollata davanti alla tv a bestemmiare
il cielo sul palo di Keita. Si esatto tre quarti, come l’altro quarto che
insieme, per una rarissima volta della vita era dalla stessa parte. Quella del
calcio pulito. Tre quarti più un quarto che difatti fanno un’ora, quella che ci
mette Gervinho a siglare un goal bellissimo e decisivo. Lui che era quello che
fino martedi non segnava “manco a porta vota”. E invece tiè perché stavolta la
Roma ne fa tre. Su un campo, il Bentegodi di Verona, dove fino adesso aveva
dominato solo il Napoli. Forse una delle vittorie più belle di questo
campionato. Non per il gioco ma per il modo. Quelle che ti danno gusto. Quelle
che torni a casa con i tre punti anche se tutto il tuo centrocampo ha giocato
maluccio. Quelle vittorie che fai anche quando sei stanco. Che se non vinci con
i piedi, la vinci con la testa. Questo vuol dire grande squadra, perché fare
quattro goal in casa col Catania “so boni” quasi tutti. In questo giorno invece
Garcia ha fatto rimembrare molto da vicino un 1-4 contro l’Hellas di tredici
anni fa, che qual cosina a più di qualcheduno ricorderà. E se oggi fosse
entrata quella traversa di Totti…ecco fatto il più dolce degli sliding doors .
A proposito 232 reti e 549 partite sempre con la stessa maglia, numeri
infiniti, sempre perché è meglio ricordare chi vien da Marte ogni mattina per
allenarsi a Trigoria. Adesso il quesito che tre quarti di Roma e mezzo stivale
si chiede è: Più sei o meno sei? Nord o Sud? Sogno o realtà? Bella domanda.
Ancor più bella la risposta, che c’è ma non esiste. O forse l’ha suggerita un
tifoso che oggi era a Verona, nascosto tra gli spalti giallorossi, di origine
inglese e che di nome fa William: “Siamo fatti della stessa sostanza dei
sogni”. Forse mai come adesso cosi bella ed uguale alla realtà.
Filiberto Marino