domenica, Maggio 05, 2024 Anno XXI


A pensarci bene il calcio è una favola dei giorni nostri, surrogato di
felicità e stupore, con una punta di gioia e dolore. Poi ci sono i sogni reali,
quelli che si concretizzano e che fai di tutto per conseguire. Come quando un
giorno torni a casa dall’Olimpico e urli a tuo padre: “ A pa’ oggi ho passato
la palla a Totti con le mani”. Già di per se entusiasmante a leggerlo,
figuriamoci a viverlo. Poi ci sono le risposte, quelle di cuore, quelle paterne
che ti scavano dentro e che fanno eco cosi: “ pensa se un giorno gliela
passerai coi piedi”. Stupefacente, da non esser quasi vero. Quasi appunto.
Perchè se ci credi ti ritrovi in una domenica pomeriggio qualunque, ad
affrontare la squadra più vecchia del calcio italiano e a segnare un goal in
rovesciata, da farti galoppare come un puledro impazzito e incredulo verso la
panchina, scoppiando a piangere di gioia in fondo al tuo cuore solamente perché
in quell’istante hai finalmente realizzato il tuo dolce miraggio.
Principalmente se a fine gara nel post partita, colui a cui avevi passato la
palla con le mani anni fa ti elogia davanti a tutta Italia, facendo capire che
certe cose oramai, per fortuna o purtroppo, le puoi fare solo tu. Il calcio è
anche questo, alla faccia dei soldi e dei diamanti. Per l’appunto qualcuno di
famoso, leggermente tifoso del Genoa, che oggi c’era come ogni domenica, anche
se non c’è più, un giorno disse che dai diamanti non nasce niente, ma dal
letame nascono fiori. Poetica pura, verità assoluta. Non c’è quota che tenga
infatti che avrà apprezzato sicuramente quel diamante di goal finanche se
inflitto alla sua squadra del cuore. Quel taluno si chiamava De Andrè. Uno dei
più grandi cantautori del 900 e tifosi genoani, che da quindici anni non abita
più da queste parti. Ciao “Faber”. E poi ci sono i record. I 44 punti del
girone d’andata di Garcia, quasi a simboleggiare e a ritualizzare l’arrivo del
nuovo numero 44 giallorosso, che vive come un ninja, ama la Sardegna e da oggi
combatterà per la Roma. La stessa che dista otto punti da quelli In-Conten-
tabili che non perdono mai, perché sono troppo forti e sicuramente
trionferanno. Però i vincenti rammentino che la felicità non nasce né dalla
ricchezza né dal potere, ma dalla capacità di donare. E in quello arriveranno
sempre secondi. Dunque meglio vivere per sempre felici e contenti.
Filiberto Marino