Il sedicesimo giorno del mese natalizio del 2013, la sera in cui sono stati
celebrati i 114 anni rossoneri, passerà alla storia per le seguenti parole dell’
Amministratore Delegato Adriano Galliani: “abbiamo dimostrato di essere al
livello della Roma”. Pazzesco. E a casa loro per giunta. A rileggerlo due,tre,
dieci, cento, mille volte non ci si crede, ma è davvero cosi. Che bello. La
squadra più titolata del mondo, una delle più vecchie e gloriose, in pratica il
diavolo in persona, ha saputo riconoscere la grandezza di una giovane comitiva
come quella di Rudi Garcia. Si perché ieri i “pischelli” giallorossi non sono
stati abbastanza scaltri, attenti, premurosi di raddoppiare il loro bottino ed
hanno preferito “sbragarsi” su se stessi, commettendo lo stesso fatale errore
che condannò il bellissimo Narciso, il quale affogò perché usò una volta di
troppo il lago come specchio. Pecche di gioventù. Ci puo’ stare se vuoi
guardare il bicchiere mezzo pieno, considerando che c’era una squadra col il
suo simbolo non rientrante dal primo minuto, il pittore Miralem in cantina per
squalifica e l’armadio Castan scheggiato da una botta col terreno di San Siro
dopo mezz’ora di gioco. Diventa mezzo vuoto se si vuol considerare che davanti
avevi il Milan più scarso degli ultimi 25 anni, messo male male e che per due
volte era andato in svantaggio. Questione di prospettive, quelle del terzo
anello del Meazza dove circa un migliaio di tifosi son emigrati fin su, al
freddo e al gelo, cantando a squarciagola per sostener la Roma. Dopotutto c’è
ancora un sogno da rincorrere, perché l’importante è lottare fino alla morte,
altrimenti hai già perso. Certamente sarebbe stato meglio stamattina stare a
meno tre che a meno cinque dagli “Invincibili” di Conte, ma la befana torinese
sta arrivando e chissà a chi porterà il carbone, il rischio è che nella sua
lista ci possa stare anche l’allenatore bianconero. Insomma il diavolo da ieri
veste Roma, non perché è di moda ma perché attrae La squadra di Garcia può
essere antipatica o delle volte perfino odiata ma non può non piacere. Evviva
il paradosso avrebbe detto il celebre Pirandello, forse il re per eccellenza.
Conquista semplicemente perché gioca bene, perché si vede un gruppo, perché è
la corsa di Davide contro Golia. Per il motivo che come in tutte le cose
seducenti, è facile ingannare l’occhio, ma è molto più difficile ingannare il
cuore, quello che il Diavolo non possiede più.
Filiberto Marino