martedì, Maggio 13, 2025 Anno XXI


Nel giorno dell’ Immacolata Concezione finalmente è arrivato Benedetto, il
goal tanto sperato dell’apostolo secondo Mattia e la Roma è tornata a macinare
chilometri e primati. Nella sua storia infatti la squadra più giovane della
Capitale non era mai riuscita a fare nelle prime quindici gare di campionato,
quindici risultati utili consecutivi senza sconfitte. Per questo i record sono
fatti per essere battuti. Doveva essere la domenica dell’ex di turno Ljajic, il
ragazzo della nutella, ed invece è stata la giornata di Gervinho, quello che
dopo i primi dodici minuti di inizio campionato era considerato da tutta la
Curva Sud “na pippa”. Doveva anzi sarebbe dovuta essere la festa del rientro in
campo di Totti ed invece è stato il giorno del rientro sul prato dell’Olimpico
di tutti. Ovvero della Roma totale. Dal gatto Morgan al muro Medhi, dal
giaguaro Maicon allo squalo Kevin, dal Mare di Roma alla freccia nera Gervais,
dall’ apostolo Mattia al Capitano di tutte le epoche. Eccoli qui gli undici
lupi affamati che Garcia aveva chiesto alla Vigilia della sfida contro un altro
importantissimo ex, che amava volare e far volare con i sogni. Questi per l’
appunto avevano il nome e il cognome di Mattia Destro, un ragazzo tanto forte
quanto sfortunato con la casacca giallorossa di questo Anno solare. D’altronde
erano quasi sette mesi che non giocava una gara ufficiale, da quel fatidico 26
Maggio, che da benedetto per qualcun altro è diventato maledetto e viceversa.
Questione di punti di vista oltre che di classifica. Quella che da ieri per
tutti i barbagianni televisivi e cartacei sancisce finalmente che la squadra di
Garcia è considerata l’unica e forse vera antagonista della cavalcata
bianconera. Dopotutto si sa il campionato è regolare e onore a chi sta davanti,
però occhio che tre punti sono un soffio, nemmeno li vedi quando passano. Come
Gervinho, che da ieri è diventato per tutti i tifosi romanisti la
personificazione dell’anima invincibile di Mandela, colui che sogna e fa
sperare non solo tutta la Costa D’avorio ma anche la costa ostiense di casa
nostra. Proprio lui che al 67’ del secondo tempo, dopo essersi bevuto tutta la
difesa viola a mo’ di calice, ha messo dietro col fatidico gergo ”rimorchio” un
palletta che aspettava soltanto la spinta perfetta. Quella del rientrante
Mattia, che si è tolto pure la pelle quando è andato verso la panchina per
esultare con tutta la squadra e spogliarsi di ogni peccato per diventare un
immacolato in ogni singola parte del suo corpo. Amen. C’è qualcosa di più
romantico di un ragazzo che è stato fuori dai campi per quasi sette mesi, ha
fatto la preparazione estiva allenandosi interamente da solo, non ha
partecipato alle dieci vittorie consecutive di inizio stagione, entra in una
partita in bilico, segna sotto la sua Curva e regala i tre punti più pesanti
della stagione ai suoi compagni? No, perché di solito questi si chiamano sogni,
quelli di un vincitore che non si è mai arreso.
Filiberto Marino