Ave Romanari, uno striscione dei trasfertisti in quel di Torino l’anno scorso citava:

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

Togliamo gli “amori” e mettiamoci dei meno romantici “rompimenti di coglioni” e possiamo descrivere lo stato d’animo del tifoso della Roma. Almeno il mio.

Nel giorno in cui si spegne una GRANDE STELLA del firmamento Giallorosso e alla vigilia di una partita IMPORTANTISSIMA per i destini e le sorti della Roma, i nostri gestori (che dovrebbero amministrarci e governarci) non trovano niente di meglio da fare che arrivare ad un durissimo scontro frontale.

Non siamo vergini a queste situazioni di rottura, l’anno prossimo la trattativa coi Russi di Kerimov compie 10 anni, ma credo sia arrivato il momento di fermare la ruota della fortuna che sancirà chi finalmente dovrà presiedere la Roma.

Per davvero.

Basta coi Fioranelli e i Frick Flop
Basta con i Sorette a Soros.
Basta con gli sceicchi di pezza.
Basta con le carnevalate.
Basta coi comunicati criptici.
Basta con gli squali travestiti da sirene.
Basta coi maglioncini alla salmonella
Basta coi triplici fraterni abbracci..

BASTA!

BASTA!

BASTA!

Io qui non voglio stare ad elucubrare di finanza o di fanta finanza o di thrilling finanza, non ne ho i mezzi e, sinceramente, non ne ho proprio voglia.

Voglio però che questa Roma di Monsieur Rudi Garcia abbia tutta la protezione che ha dimostrato di meritare.

Mancherebbe più di un mese a Natale, ma noi Romanari abbiamo già scartato un regalo niente male.

Dopo diverse stagioni di merda siamo orgogliosi della Nostra Squadra.

Ce ne sentiamo rappresentati e la passione, mai comunque doma, infiamma i nostri petti.

Nutro grande fiducia nelle doti umani di questo allenatore e credo che avrà la maestria e la cura di saper proteggere i ragazzi da questa tempesta societaria.

Però, caro Pallotta e caro Fiorentino, non faccio troppi giri di parole.

Mi avete scassato il cazzo.

Non seguo più la politica del mio Paese per schivare queste tattiche da strateghi della monnezza e voi che fate? Me la riproponete, pari pari, nella cosa che amo di più nella vita, cioè la Roma?

Posso solo assegnarvi un Tapiro e lo faccio tosto. Però, se ne avessi modo, vi urlerei in faccia tutto il mio disappunto.

In questi anni avete dimostrato diverse volte di non avere un cuore Giallorosso e io, sinceramente, neanche lo pretendo, però portate rispetto per chi questi colori ce li ha nel sangue.

Noi c’eravamo prima e ci saremo anche dopo di voi.

Non siamo né consumatori, né clienti.

Siamo i Tifosi.

Siamo la Roma.

E con la Roma non si gioca.