martedì, Maggio 06, 2025 Anno XXI


Erano tutti pronti i gufi travestiti da ‘Bergomi’, appostati sulle loro
traverse, sui loro balconi, pronti a inneggiare soltanto alla fortuna della
squadra di Garcia. Partendo dal presupposto che nel calcio la fortuna conta
delle volte tanto quanto la tattica o la tecnica e che dopo tre anni di sfiga
bendata doveva essere destino che dicesse bene. Ma la fortuna bisogna
meritarsela. Risultato è che anche per questa volta tutti i pennuti sono
cascati dal loro trespolo e si sono fatti male male, perché cadere da
ventisette metri non è roba da poco. E si perché ieri la Roma contro l’Udinese
, che non perdeva in casa da piu di un anno, nel giorno 27 del mese ha fatto
tre per nove uguale Gervinho, ovvero il medesimo risultato di questa semplice e
dolcissima tabellina, come indica il suo numero di maglia e la sua data di
nascita (quel 27 maggio che il primo di un nuovo inizio). La nona vittoria è
arrivata in dieci, forse perché mancava ‘Lui’, il papà, che ieri ha lasciato i
suoi figli al primo giorno di scuola, fermandosi fuori dal portone e dicendo:
“andate, adesso tocca a voi, io vi aspetto qui”. Da Capitan presente, a Capitan
Futuro passando per Capitan America. Quel Micheal Bradley che ha messo il
costume da supereroe e all’82’ (8+2=10) e ha salvato le fantasie di tutti gli
abitanti della Terra giallorossa. Ecco a tutti il ‘progetto vendicatori’,
iniziato questa estate con i Maicon, i De Sanctis, gli Strootman, i Benatia, i
Ljaic, i Gervinho,i Pjanijc, i Castan, i Balzaretti, i Florenzi, i Totti e i De
Rossi. Proprio lui che ha dimostrato che il Mare è sconfinato ed è arrivato
fino ad Udine per dimostrarlo, più grosso e possente che mai, prendendosi la
fascia sul braccio (e nel cuore) con la squadra per mano. Il ragazzo di Ostia
che si è piegato sulle sue ginocchia a fine gara e si è tuffato ‘nel sogno’
giallorosso sotto il settore ospiti, con un triplo salto carpiato. Emozioni di
altre tempi. Come il balletto dello spiritato De Sanctis, che esulta come
Tardelli dopo un goal nella finale dei Mondiali. Magnifica presenza. Che bello
vedere la Roma a più sedici sul Milan, salutando con la manina quell’Allegri
(gli è rimasto solo il cognome) che poteva essere e per fortuna non è stato. I
limiti sono fatti per essere valicati e i record per essere abbattuti. Quindi
avanti tutta con la tabellina del tre, con il desiderio di arrivare a maggio
trovando come risultato delle tabelline quel (bellissimo) 88 di Borriello. Due
otto che assomigliano al segno dell’infinito, come l’amore puro che è un inno
alla gioia.
Filiberto Marino