martedì, Maggio 14, 2024 Anno XXI


Goal. Questa parola assomiglia vagamente al frastuono di un’onda del mare che s’infrange su uno scoglio e risuona fino all’orizzonte. Come il sapore di una pesca sotto l’ombrellone in un giorno di fine estate. Era, è e sarà per sempre il Mare di Roma, lui che erano 469 giorni che non segnava, un’eternità visto che si parlava ancora spagnolo in panchina. Adesso si parla francese ma la Storia è rimasta sempre quella. Sarà un caso ma ha segnato per primo in questa prima di campionato, come la solitudine dei numeri primi, in quella corsa liberatoria verso il futuro, con le ali sotto ai piedi, più veloce di Bolt ,perché in quel preciso istante tutti noi siamo corsi andando ad abbracciare i nostri padri dopo che eravamo partiti per lungo viaggio di cui non trovavamo la via del ritorno, stringendogli la mano nello stesso modo in cui papà Alberto aveva fatto in principio con quel batuffolo biondo con la maglietta granata in mezzo al campo dell’ Armando Picchi che assomigliava al Maracanà. In quel preciso momento siamo stati tutti Daniele, come se l’abbraccio della Roma squadra, era diventato uguale a quello della Roma città. Ha marcato il tabellino come aveva fatto nel 2005 nel principio di Spalletti contro la Reggina a Reggio Calabria e nel 2011 nella prima di Luis Enrique contro il Cagliari all’ Olimpico, ovvero con tutti gli allenatori che non l’hanno mai messo in discussione ma che semplicemente gli hanno chiesto di tracimare come l’oceano in mezzo al campo, diventando per sempre il nostro vanto. Ha segnato quello che gioca e segna solo in Nazionale, quello con gli “sgarri in faccia” , colui che guadagna troppo e che non fa la vita da atleta. Ecco ieri è stato il day-after di quel maledetto 26 maggio 2013 che non esiste più, perché il Mare era calmo da troppo tempo quel giorno e solamente ora è più grosso che mai con le sue onde che sono tornate ad essere spumeggianti e cosi belle da poterci fare del surf. La vita delle volte sa essere strana, perché anche il 9 settembre del 2006 (prima di campionato) aveva segnato in un 2-0 al Livorno, con la stessa botta da fuori, nella partita d’esordio in cui davanti alla sua curva Sud si era presentato da neo-campione del mondo, coincidenze magiche come l’allineamento dei pianeti. Qualcuno un giorno disse che la speranza è una buona cosa, forse la migliore delle cose. Aveva ragione perché vedere la Roma vincere con due reti di due romani e romanisti, uno dei quali per esultare si è pure fatto male ad una spalla, chiedete ad Alessandro Magno Florenzi perché è andato a sbattere contro i tabelloni pubblicitari nella foga di esultare, sono cose che non hanno prezzo. E sempre quel piccolo grande Alessandro nel post partita ha detto:” sul goal di Daniele sembrava che avevamo segnato tutti e 25” . A noi piace pensare che eravate 24, come il suo numero di maglia che ricorda la data di una vera storia d’amore, ovvero 24 luglio 1983, la storia di un ragazzo romanista che da trent’anni o forse di più ha la Roma nel suo cuore.
Filiberto Marino