sabato, Luglio 05, 2025 Anno XXI


Si poteva perdere, ma si è rischiato di vincere. La Roma si è fatta piccola
come una bambina davanti alla maestra cattiva il giorno dell’interrogazione,
dove è stata rimandata a maggio, si spera. Ma ieri è stato importante
soprattutto non perdere, soprattutto sottolineo. Perché vedere gente venuta
dalla Romania perché acquistata dalla Roma e scartata subito (perché certi
atteggiamenti appartengono ad altri) vederla festeggiare a fine gara sotto la
Curva di Quelli là, inneggiando alla maleducazione ed alimentando la violenza,
è roba da poveracci e ridicoli. Il lato del buio che viene offuscato dalla luce
immensa di un ragazzo, un uomo, un alieno forse, che non ha più aggettivi.
Perché è lui a siglare il goal numero 227, che se sommi i numeri fa undici cioè
uguale Totti, perché ieri è stato Totti contro tutti, sapendo d’altronde che la
matematica non mente mai. C’era De Rossi, un ultrà in panchina, con la caviglia
fasciata e la faccia paonazza a zompare come un grillo sul pareggio
giallorosso, dopo aver giocato altri 35’ minuti da infortunato (non era quello
che voleva il male della Roma?), perchè immolatosi su un tiro a botta sicura di
Hernanes evitando il raddoppio. Lo stesso Profeta che ha deciso di graziare la
Roma su un calcio di rigore calciato da sborone e che ci ha regalato la rete
del pareggio, di un uomo chiamato Infinito. E’ lui ad aver urlato contro la
telecamera di aver raggiunto ieri il record più bello della sua vita, 9 goal
nei derby, ma che avrebbe rinunciato subito se quello avesse voluto dire
vittoria. Ma un lato positivo c’è. Se non si è vinto ieri vuol dire che la
striscia dei grandi numeri è stata allungata ancor di più a vantaggio degli
Altri, con la possibilità e l’obbligo di vincere quello delle grandi occasioni,
con l’abito nuovo e la stellina sul cuore. Legge matematica, legge da
romantici, tutto sommato la razionalità del cuore o ce l’hai o non ce l’hai,
non te la puoi mica inventare. Come per esempio qualcuno che ha preferito
andare a Londra, dopo esser stato squalificato da menefreghista, e c’è chi da
Milano, nel suo giorno libero ha deciso di venire a Roma a tifare i suoi ex-
compagni, non del Barcellona ma della Roma. C’era pure Mr. President ieri, ergo
“see you later”, tra una quarantina di giorni circa, come una quaresima di una
nuova Pasqua romanista. Abbiamo soltanto un’ultima fermata a Milano, voi
aspettateci continuando a cantare l’ignoranza sotto la vostra curva. “Stamo
arrivà” e cara maestra fidati che la bambina a questo giro avrà studiato. Forza
Roma.

Filiberto Marino