Ave Romanari,
il Papa Francesco avrà molto da lavorare se vorrà davvero riportare la Chiesa a interessarsi dei poveri, anziché occuparsi di finanza più o meno creativa.
La vicenda a cui mi riferisco è avvenuta a fine febbraio, ma solo in questi giorni se ne è avuta notizia.
La cronaca ci racconta che il Monsignor Roberto Lucchini, elemento della diplomazia Vaticana, e l’avvocato Michele Briamonte, titolare dello Studio Grande Stevens e consigliere di Mps, viaggiassero assieme su di un jet privato da Torino a Roma.
Una volta atterrati a Ciampino, i due compagni di viaggio venivano avvicinati da agenti della Guardia di Finanza che manifestavano loro l’intenzione di perquisire i bagagli.
Come risposta le fiamme gialle rimediavano un secco “NOLI ME TANGERE”.
A suggello di questo grande rifiuto i due fermati esibivano un passaporto dello Stato del Vaticano ciascuno e iniziavano una serie di telefonate da guerra fredda tra i corpi diplomatici interessati.
Per evitare l’incidente gli agenti desistevano e i nostri passavano il controllo belli belli.
Ora le congetture su cosa si cercasse in quelle valigette possono essere molteplici, ma non credo ci voglia un oracolo per capire che Mps + Ior potrebbero dar vita a innumerevoli cose interessanti da leggere e divulgare.
Invece NO, cari miei. L’oscurantismo più antico di casa nostra ha avuto vittoria facile contro la volontà di luce e verità.
Da questa storia scopriamo, poi, che anche gli avvocati hanno un’anima e che il Vaticano ha molto a cuore di salvargliela.
Oltre al fatto che un passaporto giallo può aiutarti molto.
L’anima però, più o meno, ce l’abbiamo tutti, il passaporto salvifico no.
Questa è la triste differenza tra noi e LORO.
Dono un bel Tapiro a tutti gli attori di questa piece teatrale che ci ha riportato nel cuore di tutti i mali di casa nostra.
Perché il motto “LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO” tale è sempre rimasto e il tricolore sempre più spesso si mischia al bianco e giallo, dando vita a un pastrocchio.
ALLELUIA BRAVA GENTE.