lunedì, Maggio 05, 2025 Anno XXI


Da Genova a terra di conquista a Genova terra di amarezza. Sampdoria aveva
voluto dire per Andreazzoli come vice Spalletti l’inizio di una bellissima
favola e forse per assurdo oggi ha significato la stessa cosa sotto sotto. Ci
sono partite in cui tenti di giocare ed è invece l’avversario a vincere come
capitato oggi alla Roma. Nessun alibi. Hai perso. Ti hanno fatto tre tiri, uno,
due, tre e fante, cavallo, re. Ma qualcosa di diverso c’è, il dolore della
sconfitta. Perché alla fine sul 3- 1 contro l’allenatore blucerchiato Delio
Rossi si è scatenata mezza squadra. Il veleno, quel famoso veleno che non si
era visto negli occhi degli sconfitti fino ad una settimana fa. Eppure tutti
dicono e diranno, ma come non era Zeman il colpevole? Hanno giocato
Stekelemburg, De Rossi e come mai la squadra giallorossa è scesa al nono posto
in classifica? Tutto vero, anche che il primo non è stato impeccabile sulle
reti doriane e il secondo (per sua stessa ammissione) ha commesso un errore
importante sul primo goal. Ma a differenza di qualche giorno fa, oggi il famoso
cuore si è visto, poi certo ci hai messo del tuo col rigore sbagliato e l’
arbitro del suo con un goal negato. Ma andiamo avanti, cambiamo pagina. Arriva
la Juventus e tutti si stanno già facendo il segno della croce. Eppure per
diventare una delle fenici più belle, devi prima bruciare del tutto per poi
rinascere ancora più forti e maestose. Adesso la rabbia avvolge tutto nel fumo
dell’amarezza, perché hai perso la decima gara di campionato, non hai ancora
vinto (a parte la Coppa) in questo anno solare e tra un po’ è carnevale. E se
proprio Totti and company per l’occasione facessero uno scherzo ai bianconeri?
Adesso si è in ballo e si deve ballare, da Andreazzoli a Svedkausas, dal primo
all’ ultimo. Bisogna ritracciare la rotta e seguirla anche in caso di burrasca,
si deve stare uniti, compatti e non mollare. Non è e non sarà facile ma la
Roma ce la può fare ed è obbligata a farlo, per il semplice motivo che ti
chiami, che si chiama Roma. Tutti uniti, per voltare pagina e spiccare il volo
dopo la tempesta. Senza polemizzare su doppie sedute, orari di allenamento, non
ritiri e cose varie. C’è la Roma il resto non conta. Quindi Forza Roma adesso
più che mai.
Filiberto Marino