mercoledì, Maggio 01, 2024 Anno XXI


La vergogna profilatasi ieri sera allo stadio Olimpico è di quelle cose che ti
fanno star male. Ma male male. Vedere la tua squadra e sentirti solo, come
internet senza il Wi-fi. Vedere tanto verde e non vedere le magliette in mezzo
al campo, fatta qualche eccezione, anzi no. Perché i tifosi della Roma sono l’
eccezione dell’ eccezione e non si meritano figure vergognose come quelle di
ieri. La Roma è una cosa seria. La Roma è una questione di cuore. Ieri l’
Olimpico ha decretato la sua sentenza dopo due anni di prestazioni ridicole,
senza palle e senza anima. Ieri il Dio pallone ti ha fatto vedere tutto il
fango di quest’ultima settimana, anzi forse dell’ultimo girone. Ti ha fatto
vedere come sarebbe finita a Cagliari la partita di andata se non ci fosse
stata la giornata di Follia del presidente Cellino, ti fatto vedere la papera
delle papere di Goicoechea come a testimoniare che la vicenda Stekelemburg dell’
ultima ora di mercato sia stata la commedia più tragicomica vista dal
calciomercato italiano degli ultimi trent’anni. Ti ha fatto vedere la faccia di
Zeman, quella di un uomo spezzato in mille pezzi. Ti ha fatto sentire il coro
ironico della curva, “Goicoechea facci un goal”,  anche al novantaquattresimo
minuto di una partita machiavellica. Ti hanno tolto la voglia di esultare dopo
una rete. Ti ha fatto sentire la rabbia rossa più che gialla di un popolo che
ha scaricato proprietà, dirigenti, allenatore e giocatori dopo aver sopportato
i libri di Coelho di Luis Enrique, i fantastici errori di Baldini, il calcio
arrogante di Sabatini, i lanci sbagliati di Tachsidis, l’inconsistenza tattica
di Dodò, il caso De Rossi- Zeman, i capelli disordinati di Osvaldo, i cross
sbagliati di Balzaretti, l’egocentrismo di Lamela e via discorrendo. Tutti
mattoncini di un muro di tristezza e solitudine che ognuno dei tifosi della
Roma ieri sera allo stadio o in tv si è costruito intorno a sé. Come quando
stai con una donna da una vita, una bellissima donna, che però ormai è
diventata noiosa, prevedibile, senza cuore e tu sei li ancora che l’aspetti.
Non la ami, non la odi, non senti più nulla. Ecco questa ad oggi è la Roma dei
tifosi giallorossi. Una vergogna epocale per una società, per una squadra che
nella vita rispetto agli altri aveva sempre avuto una peculiarità.  Nessuno
aveva mai tolto ad un tifoso romanista la voglia e la speranza di sognare, ieri
sono riusciti anche in questa fantastica impresa. Nemmeno dopo Manchester-Roma
7-1. Questa è la cosa più grave, aver tolto la speranza di sognare. Il
tradimento dei tradimenti. Come quando senti cantare la Curva Sud dopo aver
sostenuto la squadra fino all’1-3,  “resteremo resteremo in serie A”. Che
amarezza.

Filiberto Marino