giovedì, Maggio 15, 2025 Anno XXI


Qualcuno oggi dalle parti del Bentegodi di Verona ha detto di aver visto 
affacciarsi Giulietta dal balcone e di aspettare il suo Romeo, che fa rima con 
Colosseo, il cuore di Roma. La stessa Roma che i tifosi immigrati fin là, non 
hanno potuto ammirare, semplicemente perché non c’era. O forse c’era ed era 
solo sparita nella nebbia, come un incantesimo. Il medesimo che ha colpito 
Pjanic, Totti e Osvaldo, insieme a tutti gli altri, compresi Zeman, Cangelosi e 
Ferola. Troppo brutti per essere veri. Come Giulietta senza Romeo, che somiglia 
terribilmente ad una Roma senza De Rossi e Lamela, ai capelli dell’arbitro 
Bergonzi in stile Conte e alla rete di Pellssier a porta vuota a tre minuti 
dalla fine. O ad un inizio, perché nel brutto c’è sempre qualcosa di bello. 
Anzi apprezzabile, nel modo in cui il canto dei tifosi giallorossi provenienti 
dalla curva veronese, che si scrive nord ma si legge Sud. Incantevoli come la legge dei grandi 
numeri. Si perché il 22 dicembre prossimo il Milan verrà in visita pre-
natalizia all’Olimpico, il numero di Destro che oggi stava in panchina, perché 
il Chievo ha segnato a tre minuti dalla fine,tali e quali alle tre vittorie 
consecutive dei rossoneri, perchè si sà Shakespeare con la matematica era già d’
accordo con Venditti, la quale non poteva e non potrà mai essere il suo 
mestiere, perché il Mare non può stare in panchina e perché Giulietta oggi 
aspettava la Roma e non Romeo. D’altronde è cosa nota che c’è qualcheduno che 
narra che Shakespeare era un inglese con origini romane e che nella sua opera 
letteraria più celebre Giulietta e Romeo erano si di Verona, ma tifosi della 
Roma.
Filiberto Marino