giovedì, Aprile 18, 2024 Anno XXI


Parliamo di una delle più antiche figure rituali dell’antica Roma, quella dei Salii, già noti in età numana.

Il loro nome deriva da una caratteristica della loro funzione, infatti salire si traduce come saltare, particolarità della danza che questi sacerdoti eseguivano durante le cerimonie, per l’appunto saltellando.

Da quanto si apprende, questo organo sacerdotale aveva il compito di custodire lo scudo saliare, uno scudo a forma di 8 denominato come ancile, che Marte lasciò cadere sulla terra, durante un’epidemia di peste, per dare un segno di salvezza e futura invincibilità di Roma.
Per meglio custodire questo scudo, Numa, ben consigliato dalla ninfa Egeria, ne fece forgiare altri 11, pressoché identici, per evitare di farlo trafugare.

La divinità tutelare di questa carica sacerdotale era appunto Marte, in quanto la sua funzione di custode derivava  dal dono ricevuto dal dio della guerra.

Conosciamo due tipologie di sacerdoti, quelli istituiti da Numa, i Salii Palatini (quando il palatino era ancora un’entità abitativa separata dagli altri colli), provenienti dalla gens dei Ramnes, e quelli formati da Tullo Ostilio, i Salii Quirinales, provenienti dai Tities. (Per chi non avesse letto i numeri precedenti, Tities, Ramnes e Lucheres erano le prime 3 etnie che costituivano il tessuto sociale romano).

Entrambi i gruppi erano costituiti ovviamente da 12 cavalieri saliari, quanto il numero degli scudi, 11 più quello autentico.

La cerimonia che in principio vedeva solamente un gruppo di sacerdoti che conducevano la processione con gli ancilia, si modificò quando venne fondato il secondo collegio sacerdotale saliare, prevedendo di far sfilare insieme ai 12 sacerdoti con gli scudi, gli altri 12 con delle lance. Infatti i salii quirinales, erano i sacerdoti di Quirino, (o Romolo), identificato appunto dalla figura della lancia.

Questa funzione aveva particolare importanza perché rappresentava il passaggio della figura del cittadino romano, in quella di guerriero.

La loro funzione veniva svolta nel primo giorno di Marzo, giorno in cui i salii portavano i 12 scudi in processione, durante la quale intonavano i Carmina Saliaria, formule rituali in un latino ancora in forma arcaica, toccando con dei bastoni dei punti specifici di Roma con lo scopo di evocare lo spirito guerriero di Roma, proprio nel mese dedicato al dio della guerra.