lunedì, Maggio 20, 2024 Anno XXI


Dove siamo cresciuti noi,
e non parliamo certo di quartieri, scuole,
cortili, bar, campetti e altri ambiti elitari,
la presunta omosessualità era considerata una stranezza tale da
suscitare risate e battute, forti, pesanti, ma non cattive.

Oggi viviamo nella società delle pari opportunità, delle quote rose,
dei diritti civili per ogni sesso manifestato,
eppure oggi più di allora si muore di SOLITUDINE.

Social network, smart phone, iphone, ipad
e qualunque altra DIAVOLERIA DEL CAZZO, hanno
cancellato per sempre la capacità di confronto e scontro tra i giovani.

Quella capacità che tanto grezzamente si manifestava in quei cortili,
tra ragazzini che se dividevano mezza cipolla,
e a volte pure tante pizze in faccia.

TUTTO FINITO, GAME OVER.

Finita anche la vita di Andrea,
spezzata dalla sua decisione di non tollerare
derisioni e provocazioni vomitevoli.

Non sappiamo se questo ragazzino fosse gay o fosse comunista,
non ce ne frega niente, sappiamo che era “leggero”, sapeva scherzare,
su se stesso in primis.

Dote in via di estinzione e mal sopportata dai dettami della social
vita di MERDA.

Le colpe ricadano su di noi, sui padri e sulle madri,
incapaci di capire e difendere un figlio,
ricadano sugli insegnanti, troppo presi
dai problemi di orari di lavoro per accorgersi dai drammi di qualche
studente.

Dovevamo capirlo prima, molto prima.

Tutto si è sfaldato sotto i nostri piedi,
ogni fragilità viene colpita,
ogni debolezza punita.

ABBIAMO CREATO E SOPPORTATO QUESTO.

FINO A QUANDO?

FINIRÀ?

SAREMO IN GRADO DI RIVOLTARCI ORA E NON NELLA TOMBA?

Qui a CoredeRoma, nel nostro piccolo, abbiamo deciso di farlo, ora.

Nel ricordo di Andrea, di Carlo Giuliani, di Stefano Cucchi, di Federico
Aldrovandi, di ogni vita spezzata perché troppo debole o troppo diversa per
essere tollerata.

Voi qui troverete sempre una casa, la vostra.