lunedì, Maggio 20, 2024 Anno XXI


Parliamo di Giano, la divinità più antica del pantheon romano, nata probabilmente in epoca arcaica, l’unica divinità superiore che non ha un corrispettivo nel pantheon greco, è probabilmente questo il motivo per il quale Esiodo lo identifica come il caos primordiale.
Secondo le fonti Giano fu il primo re a regnare nel Latium, anche se Varrone, lo descrive come il creatore del mondo antico. Non è chiaro se il Gianicolo è il monte a lui dedicato, o se fosse una città (o per meglio dire un villaggio) fondata dal dio stesso.
Erano tempi antichissimi, quando gli dèi vivevano ancora sulla terra
In alcuni racconti, si riporta che Giano dall’unione con la ninfa Camese, (o in altre fonti dall’unione con Giuturna, signora delle acque), avrebbe avuto Fonto, divinità delle sorgenti, e Tiberino, il fiume Tevere.
La definizione “bifronte” è dovuta ai suoi due volti, uno frontale e uno posto sulla nuca, conformazione conferitagli da Saturno.
Le fonti sono abbastanza concordi sulla seguente spiegazione.
Saturno a seguito di un aspro diverbio con suo padre Urano, lo evirò, scatenando quindi la sua ira, e per sfuggire alla vendetta paterna, chiese a Giano di esser nascosto (forse la parola latium, oltre le varie interpretazioni, potrebbe derivare da latere, vale a dire nascondere). Per sdebitarsi di questo favore, Saturno gli diede facoltà di guardare nel passato e nel futuro, privilegio concesso a nessun altro dio, regalandogli così un secondo volto, sulla nuca appunto. Il privilegio di poter avere una visione temporale passata e futura porterà Giano ad esser considerato anche il tempo stesso, sempre secondo i testi di Esiodo.
Una versione alternativa, non parla di un litigio tra Saturno e Urano, bensì della guerra tra Saturno e il figlio Giove, che ne voleva usurpare il trono.
Questo suo duplice aspetto, porta con sè diverse interpretazioni, difatti Giano era anche detto portiere del cielo, la parola Ianua vuol dire proprio porta, nell’iconologia del pantheon romano era colui che apriva il cielo al giorno, così come Diana portava la notte.
È chiaro che una conformazione simile, estendesse la propria funzione anche ad altre interpretazioni.
Nel mondo antico Giano era considerato nume tutelare dell’inizio e della fine di diversi aspetti della quotidianità.

Vita domestica: iscrizioni e formule con Giano come soggetto, venivano apposte sulle porte delle case, come una sorta di rituale di protezione.

Guerra: le cronache attestano che ogni qual volta a Roma venisse promossa una guerra, venivano aperte le porte del tempio a lui dedicato. Numa Pompilio per non aver mai promosso alcuna iniziativa bellica, viene menzionato come l’unico re che non fece mai uscire Giano dal suo tempio, perché non aprì mai le porte.
Su dove fosse collocato, ci sono alcune voci discordanti, per alcuni si tratterebbe del tempio sul Gianicolo, per altri sarebbe quello situato nel foro romano, costruito appunto per volontà di Numa.

Calendario: Numa Pompilio, adopera la figura di Giano per rappresentare l’inizio del solstizio d’inverno, che è appunto a Gennaio. Giulio Cesare che modificò il calendario numano, apportando delle modifiche al metodo di conteggio dei cicli lunari, spostandolo quindi al 1° Gennaio.

Viabilità: di difficile connotazione archeologica, ma certificata da alcuni scritti varroniani, l’informazione che vedrebbe la figura di Giano all’inizio di strade e arterie principali.

Inoltre Gennaio, come è facile intuire dalla somiglianza delle parole, è il mese di Giano, l’unico mese ad avere un anno intero indietro e un altro intero anno davanti.

By Valerio Pappalardo alias Lupo Grigio