venerdì, Giugno 20, 2025 Anno XXI


Uno ci prova sempre, ci spera, ci crede e si illude. Al gol di Lamela, l’ennesimo stagionale, si esulta ma sotto sotto si pensa:quanto durerà? Poco, come da spartito.

Non si capisce ancora se la musica è sbagliata o gli interpreti non sanno fare l’orchestra. Certo che il direttore dovrebbe metterci una pezza ma se i suonatori sono incapaci, svogliati, non convinti il confine tra l’una e l’altra cosa non è ben delineata.

Ci si mette pure il destino, cinico e baro. Una pioggia incessante che favorisce di solito chi sta in vantaggio. Ma tu ci sei stato per primo quindi di che cosa ci si può lamentare? Del fuorigioco? Della pozza che favorisce Parolo? No.

La Roma è un colabrodo, è senza identità, è senza convinzione. Ma non è questo il momento di voltare le spalle al mister. È vero che sta facendo degli errori, anche gravi, ma solo con lui si può risollevare questa stagione. Un cambio di allenatore significherebbe buttare un altro anno nel cesso.

È arrivato il momento della resa dei conti. Si tracci una linea: chi sta di qua e chi sta di là. Senza frasi di circostanza, senza intermediazioni, da uomini cazzo!

I piagnistei non sono ammessi, da nessuno.

Il campo era impraticabile nella ripresa ma questo non può bastare per giustificare l’ennesima sconfitta, l’ennesima tripletta subita.

Ci aspettiamo segnali forti, ora o mai più.

petra@corederoma.it