sabato, Maggio 04, 2024 Anno XXI


Sicuramente gli appassionati e studiosi di romanità avranno già storto il naso nel leggere un titolo alquanto singolare come questo.

Non credo serva precisare che nessuno nell’antica Roma andava di porta in porta a fare:”dolcetto o scherzetto”, o decorasse le proprie abitazioni con zucche modellate a forma di volto diabolico.

Per la società attuale la festa di Halloween, ricorrenza diffusa negli U.S.A. ma di matrice celtico-anglosassone, (la parola, deriverebbe da All Hallows Even), è la festa dei morti.

Per la cultura europea, di parte cristiana, coincide con il periodo in cui si rende omaggio ai defunti e santi.

Tracciare un unico filone storico non è certamente facile, ma è curioso osservare come nello stesso periodo si siano concentrate ricorrenze con valenza analoga.

A Roma, come sappiamo, le necropoli venivano collocate al di fuori delle mura urbane, in quanto ai morti non era consentito vagare nel mondo dei vivi.

All’interno delle mura però, proprio nel foro romano, c’era il mundus cereris, un fosso sacro, considerato il portale degli inferi, la via con cui la città dei vivi comunicava con il mondo dei morti, la cui funzione deriva forse da un culto inferico di matrice etrusca.

Questo portale veniva “aperto” solo 3 giorni l’anno, il 24 Agosto, il 5 Ottobre e per la ricorrenza più importante, che era appunto il giorno 8 Novembre. Lo storico Dionigi di Alicarnasso, riporta una processione in cui le famiglie patrizie, indossavano delle maschere ottenute con dei calchi in cera dei volti dei propri antenati, metafora appunto del permesso accordato ai morti di camminare nella città dei vivi.

Nonostante molti storici stiano affrontando la questione da tempo, ancora non è provato se questo culto, diffusosi tra celti e anglosassoni, (fino ad arrivare negli U.S.A. come bagaglio culturale dei coloni molti secoli dopo), abbia un evidente collegamento col mondo romano, appare sicuramente chiaro, nonostante le molte teorie discordanti, che la ricorrenza ha la stessa valenza ideologica e che il periodo in cui le varie culture la celebrano, si concentra nello stesso periodo di tempo.

                                                 By Valerio Pappalardo alias Lupo Grigio