giovedì, Maggio 02, 2024 Anno XXI


Come sappiamo, la storia di Roma spesso è avvolta dal mistero, ma talvolta le figure mitiche hanno una loro funzione istituzionale ben precisa, specialmente le prime due figure monarchiche, come Romolo (il fondatore eponimo, che dava il suo nome alla città) e appunto Numa Pompilio, (Nomos =  Leggi e Pompè = veste da sacerdote)

In virtù dell’antico patto di alleanza tra Romolo e il re sabino Tito Tazio, a Roma si sarebbe adottato il criterio dell’alternanza per salire al trono, dopo un re romano sarebbe stato eletto un re sabino.

Dopo la morte (o scomparsa), di Romolo seguirono dei giorni di governo, dove furono i senatori a guidare a rotazione le sorti di Roma, creando non poco malcontento nella popolazione, stanca del sistema totalmente disorganizzato, troppo spesso ai limiti del nepotismo.

Romani e sabini si trovarono concordi che la figura più idonea per la carica era Numa Pompilio, noto a Roma per essere un grande conoscitore delle leggi divine, appartenente alla gens Pompilia, sposo della figlia di Tito Tazio. Inizialmente il futuro re sabino era recalcitrante ad accettare la carica, in quanto già molto avanti con gli anni.

Si narra fu la ninfa Egeria a ridare il vigore necessario a Numa, il quale ormai vedovo, si unì a lei per il resto dei suoi giorni,garantendo al re una longevità quasi innaturale, che già anziano alla sua elezione, regnò per altri 43 anni.

Noto per la sua incredibile indole pacifista, sciolse il corpo dei celeres, (una sorta di organizzazione militare), costituendo dei nuovi collegi sacerdotali, tra i quali troviamo il culto di Quirino,(forse la figura divinizzata di Romolo), e quello delle vestali, affiancandoli ai già presenti culti di Giove e di Marte.

Nel periodo del suo regno le cronache e la stessa biografia scritta per mano di Plutarco, confermano che durante il suo regno, che durò appunto 43 anni, non venne promossa alcuna guerra.

Stabilì inoltre un calendario, per ricordare al popolo romano i giorni fasti e i giorni nefasti, abbinati ad una serie di regole e consuetudini religiose, il tutto presumibilmente custodito nei Commentarii Numae.

La particolarità del calendario numano, era l’incredibile visione avanguardistica, in quanto basato sui cicli lunari, sistema che fu poi perfezionato in età repubblicana da Giulio Cesare.

La precisione era assolutamente sorprendente se consideriamo che il calendario di 355 giorni era calcolato con mezzi rudimentali.

Alla sua morte, si dice venne seppellito insieme a tutti i suoi trattati e codici, anche se le fonti discordano sulla modalità funeraria, in quanto alcune sosterrebbero la sua inumazione, altre la sua cremazione, secondo l’uso di quel periodo.

Il luogo della sua sepoltura dovrebbe essere il Gianicolo, il colle presieduto da Giano, ipotesi suffragata da un ritrovamento del II secolo a.c.

Si narra inoltre ch la sua sposa, la ninfa Egeria affranta per la morte di re Numa, corse nel bosco delle Camene, il luogo dove erano soliti incontrarsi e pianse per giorni, commovendo Diana, che per pietà la trasformò in una fonte, che ancora oggi è denominata fonte Egeria.