martedì, Maggio 13, 2025 Anno XXI


Questa “pillola” è dedicata alla leggenda del Fauno Luperco, una figura minore della mitologia romana, ma assolutamente significativa.

Agli inizi veniva semplicemente denominato come Luperco (Lupercus,), una divinità tutelare della fertilità, ma soprattutto della vita silvana, che col passare del tempo venne quasi del tutto assimilata dalla figura generica del Fauno boschereccio.

La sua funzione principale, o per meglio dire il suo compito, in realtà era quello di tenere lontano i lupi dalla città, infatti la traduzione del nome dovrebbe essere proprio, allontanare i lupi.

La sua tana era una grotta ai piedi del Palatino, vicino la palude del Velabro, (dal latino Vel, che significa per l’appunto palude).

A lui venivano dedicate delle cerimonie, detti Lupercalia, durante le quali aveva luogo una processione di sacerdoti vestiti con pelli di lupo, che agitando dei rami di fico, partivano proprio dalla grotta ai piedi del Palatino denominata Lupercale, (forse la stessa dove si suppone siano stati accolti in un primo momento Romolo e Remo) per proseguire verso l’esterno della città, quasi a simboleggiare la funzione tutelare della divinità che teneva lontano il pericolo dei lupi, dal conglomerato urbano che si andava a delineare.

 

Una curiosità, se durante la processione un sacerdote toccava con il ramo di fico il ventre di una donna, era considerato benaugurante per la fertilità.

 

 

Valerio Pappalardo alias “Lupo Grigio”