Categorie La MandraKata Ultimi arrivi CDR Scritto da Mandrake lunedì, 12 Dicembre alle ore 12:15
E’ incredibile! La Roma sembra un cantiere in dismissione, invece che in costruzione. Nessuna altra squadra ha una costante attenzione mediatica volta a demolirla pezzo dopo pezzo. A ogni passo falsi, è sempre una voragine che si apre. Ciò che colpisce non è tanto la critica al bagaglio tecnico (sacrosanta per ogni tifoso), quanto a tutto ciò che ruota attorno alla dimensione quasi privatista della ROMA (dirigenti, singoli giocatori, staff, etc.etc.). Per fare un esempio, TOTTI ce sta sempre, come er prezzemolo. Il nostro capitano, magari, non dice niente, e subito scatta l’allarme. E’ toccato a Carletto Mazzone: «Ho l’impressione che giocatori come lui siano scomodi — ha detto a Radio Manà Manà — perché sono personaggi che offuscano gli altri e spesso si vuole scaricarli». SRANGHETE…DAJE GIU’ CARLE’..NE AVEMO POPO BISOGNO!!! Anche perché poi ce stanno gli altri a pensare di dire che: “la Roma a pezzi, messa male anche dal punto di vista morale. La Juve si presenta da prima in classifica, con l’autostima a livelli altissimi”. Chi l’ha detto? Sergio Brio, juventino doc. Anche l’immancabile Catapano, alla vigilia di una sfida così delicata per la ROMA, preferisce concentrare le sue morbose attenzioni sul comportamento di LUCHO: “A Luis Enrique piace dare scandalo. Lui giura che le sue scelte sono sempre dettate da ragioni tecniche, ma dopo 15 formazioni diverse in altrettante partite c’è il sospetto che cambi per il gusto di cambiare”. E’ sempre la solita solfa, trita e ritrita: Luiss che cambia formazione, Luiss come “zichichi”, e via dicendo. Una domanda a Catapano: contiamo le volte che altre squadre schierano formazioni diverse? Ah Catapà, il problema non sono le formazioni diverse, semmai i giocatori in campo, alcuni dei quali sono fuori schema, nun se adattano pè gnente. Lo scettro dell’antiromanismo lo detiene ancora ben saldo Luciano Moggi, colui che è ancora la fonte preziosa per molti giornalai che scrivono sulla Roma. La riabilitazione stava quasi per compiersi se non fosse giunta la sentenza che ha spiazzato e infastidito molti “edicolanti” sconcertati. Fino allo scorso anno quasi tutti i giornalai di ROMA lo descrivevano come fosse diventato un gentil uomo, e la società bianconera improvvisamente una amica d’infanzia. L’ involuzioni dei sentimenti. E meno male che il tifo non è andato dietro a queste inversioni mediatiche a “U”. Fortunatamente, la rivalità contro certi entourage calcistici è ancora viva. Allo stesso modo sono intatti i ricordi dei soprusi juventini di “partite taroccate”, “di muscoli gonfiati”, di “scudetti rubati”. Il “guru” della stampa “romana&romanista” non ha risparmiato na battutaccia: “La Roma ha messo su una squadra giovane ma senza capo ne coda”, ma fin qui, tutto quasi normale, se ne dicono tante sulla Roma che questa sempre quasi pure un complimento. L’affondo è di un altro tipo, e non riguarda più solo il gioco, e l’aspetto tecnico-tattico, ma il corpo della ROMA, cuore e testa, staff, dirigenti e tifosi compresi:“Chiudo con la Roma, e con quella considerata dalle parti dell’Olimpico come una minaccia, ma che qualora dovesse concretizzarsi diverrebbe invece una splendida notizia: le dimissioni congiunte di Luis Enrique e Baldini. Se andassero via tutti e due la Roma ne guadagnerebbe sicuramente”. Ovviamente, tutto ciò fa “il paio” con quanto da mesi e mesi scrive Catapano, Pinci and company, pronti a seguire il proprio mentore calcistico e sparare contro la Roma, che in questo momento vuol dire sparare contro la croce rossa. Oltre ai giornalai ci sono i conduttori televisivi. Guardatevi una puntata qualsiasi di sportItalia, vedrete il “calabrese” sputare sulla ROMA e ossequiare Moggi, Galliani, e financo Lotito. Oppure la RAI, durante la DS, la FERRARI dedica due minuti di orologio per parlare da inizio settembre di una ROMA a pezzi. Tutti questi mentori sono anni che scrivono che la Rubbentus deve tornare ai vertici. Un motivo ci sarà. E allora, mi dico e domando, a meno di non volere anche noi tifosi seguire i trend delle varie piazze mediatiche, ci tocca rinforzare per un giorno il nostro registro. Chi viene a giocare a Roma, non deve parlare più di vittoria. E allora quello che ha detto Moggi dovrebbe far venire voglia a ogni romanista di urlare il proprio orgoglio di appartenenza ai colori “oro&porpora”, di mettere da parte per almeno un giorno le nostre legittime critiche e ansie, oggi serve incitare, sperando che i nostri giocatori si trasformino in undici gladiatores.
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