martedì, Luglio 01, 2025 Anno XXI


Crisi è una parola che indica non necessariamente una accezione negativa dell’essere. Essa deriva della radice greca del verbo krino= separare, discernere, oltrepassare… In essa non c’è alcuna valutazione di giudizio negativo o positivo. Quindi si potrebbe coglierne anche una sfumatura neutra, in quanto un momento di crisi, cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, che può, il condizionale è obbligatorio, trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire prossimo. Insomma per il raggiungimento di uno stato di un nuovo equilibrio.

E invece della parola “crisi”, giornalisticamente parlando, se ne fa un abuso in senso anche volgare. I media, i giornalisti dovrebbero in teoria occuparsi di informare dei fatti e non di esprimere valutazioni soggettive e umori che cambiano da un giorno all’altro, a seconda di come ci si sveglia la mattina.

Iniziamo dal fatto della “pizza” data da Osvaldo a Lamela. Una volta che il caso è uscito allo scoperto, parlarne diventa giustamente un diritto di cronaca. Ma in questo caso il fatto odierno si è trasformato in uno sfogo collettivo contro tutto ciò che è la ROMA. Matto Pinci su Repubblica non ha dubbi: Luis Enrique, e ancora di più il mental coach Llorente, dovranno iniziare a preoccuparsi davvero di controllare gli umori di una squadra troppo spesso sull’orlo di una crisi di nervi.”. La crisi di nervi? E chi la diagnosticata questa crisi dei nervi? C’è qualche dottore specialista che ha fatto qualche osservazione di gruppo? Oppure si dovrebbe dire solo che si è trattato di un episodio come capitano in tutte le squadre di calcio dalla serie parrocchiale fino ai professionisti. E’ un malcostume? Certamente. La dirigenza doveva sdrammatizzare l’accaduto? Sicuramente. Ma da qui a parlare di “crisi di nervi” acclarata ci sembra una volontaria dichiarazione di sfiducia. Lo stesso Pinci, nei giorni successivi, torna ossessivamente sull’argomento: “Polveriera, ring, osteria. Solo alcuni delle immagini associate allo spogliatoio della Roma, dopo la rissa di Udine tra Osvaldo e Lamela. Punti di vista diversi, quindi, quelli di squadra e allenatore sull’accaduto.”. Questa volta, oltre a riaffermare il caos nevrotico e la crisi che regna sulla Roma, si aggiunge una valutazione su una presunta spaccatura tra dirigenti e allenatori. Quali spaccature? Sabatini ha detto esattamente quello che noi tutti pensiamo, compreso l’allenatore. Una partita dove l’impegno non è stato all’altezza.

Il laziale Franco Melli su Radio Radio Blog scrive ciò che si augura: “In realtà Osvaldo è la foglia di fico di una situazione tecnica e societaria sempre più deludente… fra poco arrivano gli impegni più severi dove la Roma rischia di diventare la Rometta.” Per un laziale queste occasioni sono immancabili. Immagino come fremeva di gioia il Melli nel dopo Udinese-Roma. L’Ansa scopre l’acqua calda: “Un passo avanti, due indietro. In psicologia è nota come sindrome del gambero”. Anche per i media se la Roma vince è strepitosa, se perde è da buttare. Questa sindrome come la chiamiamo? Neanche Policano si fa i “cazzi sua”, ed entra nel merito delle scelte societarie: Il comunicato è una presa in giro. Fare a meno di un giocatore che potrebbe essere utile è un’esagerazione. Non mi sembra un gran segnale, perché i messaggi forti si danno per esempio mettendolo 15 giorni fuori rosa. Ripeto, sono cose che possono succedere ma anche questo è un segnale di forte nervosismo nello spogliatoio.”. Quindi, non esistono vie di mezzo. O 15 giorni, o niente. Si sottolinea ancora una volta il forte nervosismo nello spogliatoio, a prescindere, slegandolo dal fatto occasionale di una partita storta.

A. Austini su “il Tempo” è folgorato dalle metafore politiche, inventandosi un Lucho nei panni di Bossi, mentre Osvaldo sarebbe il governo Monti: “Osvaldo… ha raccolto consensi trasversali paragonabili al governo Monti, ma Luis Enrique ha deciso di imitare Bossi: opposizione fino in fondo”. A proposito di crisi, qui siamo al grottesco. La domanda sorge spontanea. Ma che se prende? S. Olivari del Guerin Sportivo si sveglia la mattina è inizia lunghe disquisizioni giuridico-sociali: “In Italia, terra promessa dei delinquenti in libertà, le punizioni esemplari riguardano solo i calciatori. Per loro nessun terzo, quarto o quinto grado di giudizio, solo giustizia sommaria e soldi sottratti senza discussione”… Per la serie, la fantasia al potere non ha limiti. OsvaRdo come TotòReina? Fantastico, ci mancavano pure i giudici complottisti.

Un altro che se sveglia male la mattina è Catapano. Lui il nervosismo lo fa divenire una regola fondativa. Le sue opinioni sono prese di posizioni che potrebbe esprimere chiunque seduto a un bar a cazzeggià con amici. La crisi la fa venire a noi… nel senso che non perde occasioni per mettere tutto in discussione. L’allenatore, il capitano, l’intera ROMA. Una partita persa, gli stessi punti del Catania ed è già un ottimo viatico per rinvangare antiche polemiche estive: “perché Luis Enrique siede sulla panchina della Roma dopo aver allenato per tre stagioni il Barcellona B e Vincenzo Montella è dovuto emigrare a Catania dopo aver sfiorato la Champions con la Roma?”. Per carità, grande considerazione per Montella. Ma dove è il fatto, la cronaca, il dovere del giornalista? Quella di Catapano è una opinione come tante altre, solo che lui può scriverle, tanti, molto più competenti de lui, no.

Ma c’è anche chi, oltre a svegliarsi male la mattina, non va manco bene de corpo e se vede de come sfoga il malessere… Renga dove può, ovunque, spara dritto contro:

Baldini russo

gli americani purciari

gli stipendi che nun se pagheno

DDR che va via

Fenucci nun cià n’euro

Sabbatini se ne va

Non è che per caso Renga aspetti e auspica con trepidazione una vagonata de squali? Anche in questo caso non si tratta di una notizia, ma di una manifestazione interessata del proprio umore, della propria opinione che per definizione è opinabile… Insomma di giornalismo non c’è niente.

Poi, c’è anche un altro modo di inaugurare l’avvento della crisi. Si ripescano vecchie dichiarazioni, battute, confidenze private. E’ il caso del toto allenatore che sta impazzando… Carlo Ancelotti, alla domanda su chi fosse Totti per lui, avrebbe risposto: «Totti? Un giocatore che forse allenerò…» . Aggiunge il giornalista: “Detto nei giorni che hanno aperto la prima vera crisi tra Luis Enrique e il calcio italiano fa un po’ effetto”. Ma se Carletto voleva venire, le porte erano già aperte prima. Ci si chiede il perché non sia voluto venire?

Siccome tutto fa brodo riporta addirittura una frase del tecnico de Certaldo: Serbatemi un posto che prima o poi torno”. Detta così, me inquieta e me tocco pure li c…

E meno male che M. Sconcerti c’è e ci ricorda che “il calcio di Guardiola non è quello di Luis Enrique, il suo epigono romanista…“ che Pjanic non è Iniesta, DDR non è Busquet e Gago non è Xavi… Certo, che gran scoperta. Ma dalla parte della Roma ci sta il fatto che questi giocatori giocano assieme solo da tre mesi. Giudichiamoli più avanti, magari non saranno i tre del Barca, ma potranno dimostrare, e ne siamo sicuri, di essere dei giocatori di alta scuola.

Si è anche scritto che: “La società sembra puntare soprattutto su giovani promesse. Ci vogliono i giovani, ma ci vuole anche esperienza in campo. La realtà è che in questa squadra, a parte Totti, De Rossi e Juan, mancano giocatori di classe e carattere”. Lo stesso Juan dello scorso anno? Il solo Pjanic ha molta più esperienza internazionale di un Juan o di un Cassetti. Forse, è proprio il nuovo che spaventa?

Ma basta co ste parole, ste paure, sti malumori… i giornalai, si sa, fanno a gara a chi la spara più grossa, noi piuttosto rallegriamoci anche con le strepitose parole di Reja Reja alalà: «Vogliamo aprire un ciclo, perché abbiamo i mezzi per fare grandi cose, ma ora dobbiamo andare avanti senza proclami» Fantastico. Prima fa l’annuncio e poi se lo rimagna… questo vuol dire essere della Lazie… tifare la vittoria o la sconfitta degli altri.

E che dire di Mutu? “E’ vero, mi sarebbe piaciuto andare alla Roma… Poi però ho giocato a livelli più alti con la Fiorentina. Alla fine penso di aver fatto la scelta giusta”… a livelli più alti???? Ma se so’ state più le squalifiche per cose extracalcistiche che i minuti giocati. A Torino t’hanno mannato in B, nel palmares vanti uno scudetto rumeno (sai quanto te se ‘ncula), no scudetto revocato e un Guerin d’oro… senza parole!

Lasciamoli parlare i futuristi della crisi. Noi lastrichiamo pazientemente la nostra strada con l’orgoglio dei nostri colori.

mandrake