martedì, Maggio 06, 2025 Anno XXI


Luis Enrique è bravissimo, ha carattere e personalità“. Lo dici Pep Guardiola, l’allenatore più vincente al mondo negli ultimi 5 anni. Ma a noi, romanisti, non interessano le valutazione di un tecnico spagnolo cresciuto in una scuola calcistica distante anni luce da quella italiana. Siamo più sensibili a quello che si dice nell’Italia pallonara, dove di dice di tutto e anche il suo contrario. E per questo motivo siamo scossi, turbati, disorientati. Il rischio maggiore è di declinare tutto ciò che la ASRoma ha prodotto fino a oggi in un valutazione negativa. Per il tifoso è sacrosanto esprimere dubbi, incertezza, malumori, rancori se la realtà tradisce le aspettative iniziali. Ma qui, ci troviamo di fronte a un qualcosa di nuovo: costruire l’identità di una squadra che si è lasciata alle spalle una lunga storia recente di successi e di delusioni. E i successi e le delusioni fanno parte dello sport come della vita.

La sfonnaTIO a LUCHO è prevedibile e ben evidente su ogni organo de stampa. Ciò che me fa sobbalzà è che s’è scritto pure che “Si è rimediato dopo la perdita di Vucinic, con un paio di surrogati come Osvaldo e Borini”. Che sabato ha segnato pure “Menez”. Si, però ricordiamolo che si tratta del campionato francese. Ma quale perdite? Sempre per restare in Inghilterra, il Manchester vende C. Ronaldo, e la Roma, non può permettersi di vendere un giocatore che non aveva più niente da dare alla squadra?.

Fanno riflettere le Tesser, prossimo avversario, uomo di calcio e allenatore che farebbe molto bene in squadre come il Manchester, altro che “Mancini mettete a sede”:“Nel campionato italiano il risultato è tutto, non si guarda la prestazione, ma sono rimasto impressionato dalla Roma per il gioco in alcune partite”. Come dargli torto?

Anche Marco Lanna, ex difensore della Roma è più realista del re: “La Roma ha cambiato tutto in pochi mesi e quindi ci vuole tempo”. E la paziensa, si sa, è la virtù dei forti.

Si è anche parlato di rivoluzioni incompiute. E’ uno dei dati che salta all’occhio analizzando l’età dei giocatori della rosa giallorossa. La rivoluzione come fase suprema della gioventù è una idea affascinante. Ma le rivoluzioni si sa, non si improvvisano, e in realtà ci sono anni e anni di preparazione.

Anche suLa Repubblica”, M. Pinci fa notare che di rivoluzione almeno nelle nazionalità dei giocatori c’è stata. Meno brasiliani in campo e più argentini. Non è quello che ci si aspettava dopo aver assistito per anni agli sturbi da saudade?

Ugo Trani riporta per l’ennesima volta il pensiero del BASALE: “puntare su giovani di prospettiva, affamati e in assoluto nuovi. Facce diverse da quelle della gestione precedente, per permettere a Luis Enrique di poter partire da zero, senza che i singoli confermati potessero rimpiangere metodi e abitudini del passato, rifiutando la svolta che impone orari, regole di convivenza e di appartenenza, allenamenti mirati, lunghi e faticosi, applicazione e concentrazione in campo e davanti al video.” Tutto molto affascinante. Forse l’errore dell’asturiano è stato quello dinon scaricare nessuno (o quasi), cercando di coinvolgere quasi tutti i componenti della rosa: 28 giocatori utilizzati (29, se contiamo Brighi, ceduto a fine agosto all’Atalanta”. Allora la prospettiva cambia e di molto, perché di giovani in prima squadra non ce ne sono. Ed è per questo che si è fatto una totale confusione tra una richiesta di non pretendere tutto subito iniziale e un vinciamo lo stesso, tanto i giocatori, anche se usurati e poco concentrati, li abbiamo.

E allora si inventano formule del tipo: “La Roma? Una squadra troppo vecchia. Scherzi? Semmai è troppo giovane. Questa volta è R. Boccardelli sempre del Corriere dello SporCLa Roma è piena di “vecchi” e di giovanissimi. Il problema è che manca quasi totalmente della via di mezzo, vale a dire di quei giocatori che vanno dai 26 ai 30 anni e che formano sempre il nucleo vincente di una squadra.” Ancora cò stà storia della squadra vincente? E tra due, tre anni? I vari PJANIC, DDR, GAGO, LAMELA… il tempo, si sa, passa per tutti!!!

In verità credo che ci sono troppi giocatori fuori dal gioco di LUCHO. Per tante ragioni diverse: età (tranne TOTTI), appagamento, anche se nun se sa de che, fragilità fisica o psicologica, per crisi di rigetto verso un sistema di gioco organizzato. Chi si ricorda la Roma dello scorso anno?
A ricordarcelo è uno che prima de vince la ScempionZ ligghe faceva il rappresentate de scarpe. A.Sacchi “ alcuni giocatori non solo non sono funzionali al progetto, ma sembrano anche poco coinvolti sotto il profilo motivazionale. E questo è il motivo per cui la Roma non decollerà fino a che non avrà fatto pulizia al proprio interno, tenendo tutti quei giocatori per i quali la partita e il proprio impegno sono un elemento imprescindibile”. Sacchi me piace perché parla sempre bene della ROMA!!!!

“Mi sembra di ricordare che, sotto Natale, quando perdemmo in casa proprio dalla Roma per il famoso petardo (13 dicembre 1987, 0-2 a tavolino, con Tancredi stordito e Peruzzi all’esordio, ndr), fossimo intorno all’ottavo o decimo posto in classifica. E poi, vincemmo il campionato”. Certo, quest’ultima è un’altra storia, antica, e soprattutto, non accaduta a Roma. Ma ci ricorda un antico detto che dice: “chi non risica non rosica”… non nel senso de rosicà!!

Mandrake