Categorie La MandraKata Ultimi arrivi CDR Scritto da Mandrake sabato, 15 Ottobre alle ore 12:01
Intendiamoci sui termini. Non è un derby, e cioè una contesa calcistica tra due squadre della stessa città. No, non è così. E’ l’ostinato vizio di una squadra di campagna che vuole sfidare la città eterna. E’ lo scherzo che qualche divinità ha voluto preservare alla gens romana per distrarla un attimo dalla sua protervia legittimata da secoli di storia. E così, ogni anno ci tocca annusare, tra le vie che conducono fino al Tempio, fieno e cicoria, caciocavallo e latte de pecora. I colori, bianco e celeste, sono quelli della steppa laziale, brulicante di supporters abituata a esprimersi col forcone e la zappa. A Formello, loro quartier generale, i calciatori della lazie non aspettano altro che sfidare la città e per contenere i loro istinti più bassi si esibiscono come in uno zoo in sfrenati fremiti. Ad agitarsi è un ex, tale Simeone il quale memore della pioggia cadutagli da Giove Zago Pluvio raccomanda “In gioco ci sono tante cose, credo che la migliore maniera di prepararlo sia non pensarci. In caso contrario c’è il rischio di arrivarci svuotato” Non pensarci? Ma se proprio lui ha inaugurato lo sproloquio lanzialle. E infatti, siccome ci stanno pensando intensamene stanno già de fori come i citifoni. La prova è la sicurezza con il quale il malcapitato Simeone fa un pronostico:” “Sono sicuro che questo sarà il nostro derby. Sono certo: vinciamo 2-1”. Poi è la volta di un altro ex lanzialle, Sebastiano Siviglia che indossò per un altro brutto scherzo divino anche la maglia della città eterna per 5 partite per poi tornare nella campagna. Nella Latzie dice che ha vissuto “sei anni talmente intensi” da consigliargli di smettere con il calcio giocato una volta scaduto il contratto. Ma il fremito viene anche a lui: “Il derby è un’esperienza unica, ma questa volta la Lazio dà maggiori garanzie: a deciderlo sarà Klose”. Le garanzie di Reja, l’omo michelin, e conclude “non vedo una grande Roma… credo che la Lazio possa considerarsi una compagine più quadrata ed esperta. Ci sono calciatori che hanno una confidenza importante con questo tipo di gara e con l’idea di gioco del proprio allenatore. Tutte situazioni che forniscono garanzie rilevanti”. Sì, la giusta confidenza di giocatori e la garanzie di un allenatore che hanno perso le ultime sfide contro la città eterna. Lo spaesato Lulic è cauto e spiega così la sua personale sfida: “Ora tutti sanno giocare a calcio. Il Lussemburgo ha pareggiato con la Bielorussia, ha fermato l’Albania… insomma dobbiamo stare attenti”… ma in che categoria te trovi lo sai? Poi se aripja e dice “Sono molto felice di partecipare ad un simile evento“. Che culo!!! Poi c’è il procuratore di Hernanes, detto er profeta, giusto perché da quando sta a Roma, e non l’ha mai detto per sua fortuna, profetizzò proprio le 5 sconfitte, che afferma: “Paragonare Lamela a Hernanes però mi sembra un po’ offensivo nei confronti del brasiliano” e senza mai vederlo in campo aggiunge: “Al momento io credo che l’affare l’abbia fatto la Lazio”. E no, l’affare l’ha fatto la Roma quando Lotito ha comprato proprio il profeta “der cacio”. Ma i fremiti non finiscono qui. C’è Stefano Mauri detto “vorrei ma non posso” per via del fatto che ha sempre vuluto imitare il vero fenomeno, ll re di Roma, Il numero 10 per antonomasia… il nostro capitano. Un rapporto vissuto in chiaroscuro, fra nevrosi e isterie. Stefano Mauri e la LaNzio. Una storia nata quasi per caso, uno sconosciuto a cui nel 2005-06 gli hanno sussurrato che poteva diventare anch’egli un numero 10…. Come l’hanno ridotto…!!! Un’idea, folle, di Walter Sabatini, che ringraziamo! Lo scorso anno meditò l’addio poi, complice il veto di Reja, ha sposato definitivamente l’idea di stare in campagna, e per questo ringraziamo due volte Reja. Sul suo sito web fa sapere che “Ci sarò, è un appuntamento al quale non voglio assolutamente mancare”. Lo speriamo vivamente. Si è scritto che il lazialLe è un personaggio che non si lascia condizionare né dall’ambiente, né dalle emozioni forti che possono riservare partite così importanti e nervose. E allora perché parlano, parlano, fremitano… “Un gol alla Roma, sotto la Sud”. Fu una delle prime dichiarazioni di Cissè appena comprato dalla LaNzio. Trattasi di fremito precox. C’è persino il pronostico di Rambaudi, il neo allenatore che ha collezionato esoneri e retrocessioni nelle squadre giovanili: “Io credo che la Lazio al momento sia avvantaggiata” Daje mister, che cià azzecchi pure stavorta!!! E di Cravero che da ex giocatore se ne intende: “Se Totti fosse stato in campo avrei pronosticato una perfetta parità, ma senza il capitano giallorosso vedo per la squadra di Reja un 55 per cento di possibilità di portare a casa la stracittadina”. Il comico Pino Insegno parte male e si commenta da sè: “Spero che l’Aquila voli in alto e che la partita finisca 3-2 o 4-3 per noi… Reja? L’uomo giusto per una lunga maratona non è un velocista. Per una partita secca come il derby è meglio un velocista. Spero abbia la grinta necessaria.” Parlano, fremitano da tutte le parti, persino l’ex condottiero della LanZio in B, quando non era permesso di sfidare la città eterna “Penso che la favorita sia la Lazio, e spero che non succeda come sempre, che vince la squadra non favorita”. Questa è la verione country, l’urbe non sarebbe mai stata la favorita. Infine fremitano anche i capitani della squadra di Formello che, per uno strano destino, o sono stati venduti nelle città del Nord, oppure se restano, se ne stanno a scallà comodamente il culo in panca. In campo, praticamente, nun se so mai visti. Oddo si limita a non di’ fregnacce: “pronistico non ne faccio… Sicuramente farò il tifo per la Lazio” mentre il veneziano Rocchi ricorda le innumerevoli panchine co’ la fascia da capitano: “Non voglio essere polemico, ma giocando poco si fa fatica a prendere la condizione” – A tutti questi protagonisti di storie incolori e sbiadite dal tempo, la memoria, si sa, fa brutti scherzi, come il desiderio di chi vuole emergere dalla brutalità a cui è stato per sempre condannato. Noi vogliamo solo ricordare un altro uomo della provvidenza che si spogliò da quella brutalità per vestire per una notte gli allori imperiali, non perché si fosse ingentilito, ma per aver divertito la gens romana fin lì, come sempre, disgustata dai maleodoranti fragranze di fieno e cicoria, caciocavallo e latte de pecora: Paolo Negro Mandrake |
