sabato, Aprile 26, 2025 Anno XXI


Leopoldo Fregoli è passato alla storia del teatro italiano e mondiale per la sua abilità di cambiare voce, abiti e modo di muoversi con incredibile velocità e precisione.

Nasce a Roma il 2 Luglio del 1867 da una modesta famiglia. Già da adolescente è affascinato dall’arte teatrale e comincia a frequentare alcune compagnie, in cui si inserisce con qualche piccola esibizione come comico, illusionista e cantante. Ma è durante il servizio militare, in parte svolto a Massaua in Africa, che la sua vera arte prende forma. Qui infatti comincia a ideare piccoli spettacoli teatrali, in cui si esibisce come mago e interpreta brevi monologhi. Volendo però mettere in scena testi più complessi, e avendo a disposizione un numero limitato di attori, è costretto a coprire da solo diversi ruoli, con molti cambi d’abito e di carattere. E’ così che inventa il genere di spettacolo che gli porterà notorietà e grande fortuna: il trasformismo. Appena tornato a Roma, negli ultimi mesi del 1890, ricomincia la sua gavetta nei locali romani, e viene subito notato da un noto impresario, che nel Marzo del 1891 lo fa debuttare nel Cafè-Chantant Esedra. Il successo arriva immediato, tanto che già nel 1892 fonda la sua Compagnia di Varietà Internazionale, con cui in un paio d’anni si fa conoscere e apprezzare in tutta Italia. Nel frattempo, nel 1893, sposa Velia, una ragazza conosciuta a Livorno proprio durante la sua tournée. Il 1894 è l’anno del debutto all’estero, in Spagna, dove miete successi a Barcellona, Madrid, Siviglia, Cordoba, Valencia. Tra il 1894 e il 1896 varca l’Oceano, esibendosi in Argentina, Brasile e Uruguay, per finire la sua avventura americana con una tournée di sei mesi negli Stati Uniti. La sua vita è frenetica come i suoi trasformismi. Nel 1897 nasce in Svizzera Arthur Petronio, identificato da tutte le biografie come il figlio illegittimo di Fregoli. Nello stesso anno si trasferisce a Londra, dove debutta al teatro Alhambra, torna in Sudamerica per poi rientrare in Europa e proseguire la sua lunga, interminabile tournée. Conosce i fratelli Lumière, e si appassiona all’arte nascente del cinematografo: acquista un apparecchio di proiezione e realizza dei corti che poi propone all’interno dei suoi spettacoli, diventando uno dei primi a portare in teatro la nuova invenzione, per l’epoca di forte impatto spettacolare. Tra il 1898 e il 1924, raggiunto l’apice della notorietà e del successo, porta i suoi spettacoli in molti dei teatri più importanti nelle maggiori città del mondo: Marsiglia, Bruxelles, Lisbona, Londra, San Pietroburgo, Città del Messico, Barcellona, Berlino, Vienna, Rio de Janeiro, Madrid, Tunisi, Il Cairo, Buenos Aires, Tripoli, Parigi. Più volte accarezza l’idea di ritirarsi dalle scene, fermando per alcuni mesi la sua attività, per poi riprenderla con ancor più frenesia. Ma nell’Aprile del 1925, dopo aver messo in scena il suo ultimo spettacolo in Brasile, Fregoli si ritira definitivamente, vende tutto il suo materiale scenico e si trasferisce a Viareggio, dove muore il 26 Novembre del 1936, anno in cui viene pubblicato il suo libro autobiografico “Fregoli raccontato da Fregoli”, che nel 1981 ispira uno sceneggiato televisivo dal titolo “Fregoli” diretto da Paolo Cavara e mirabilmente interpretato dal grande Gigi Proietti. Il personaggio di Fregoli è stato interpretato anche da Alberto Sordi nel 1954, in un episodio della pellicola “Gran Varietà”, e il suo attuale erede artistico, Arturo Brachetti, lo ha portato in scena con la Compagnia della Rancia in un musical intitolato appunto “Fregoli”.

Sepolto in un primo momento a Viareggio, nel 1938 e per volontà della famiglia, le sue spoglie vengono trasferite a Roma, nel cimitero del Verano, dove riposa tuttora.