Categorie Articoli by CdR Scritto da Petra domenica, 7 Marzo alle ore 03:25
La Roma ha raggiunto il punto più alto della curva. La crescita è stata costante e veloce ma è difficile fare di più. Ora ci sono due strade: una in pianura che ci garantirebbe senza problemi il terzo posto, l’altra in leggera discesa che ci vedrebbe lottare fino all’ultima giornata per un piazzamento champions. La spinta dei settantamila non è stata recepita né dai giocatori né dal mister a differenza dei proclami della vigilia. Dopo un primo quarto d’ora positivo, la Roma si rintana nella sua trequarti lasciando campo e palla all’avversario. I giallorossi soffrono soprattutto a sinistra dove Flamini si ritrova sempre solo nello spazio creato di volta in volta da Huntelaar. Prima Baptista poi Perrotta non sono riusciti a dare una mano a Riise apparso smarrito nella morsa dei rossoneri. Tiri nello specchio pochi ma le occasioni pericolose degli ospiti sono state davvero tante soprattutto nella ripresa. Tre opportunità clamorose l’hanno avuta una ciascuna i tre attaccanti di Leonardo. Ronaldinho di testa, anche Huntelaar di testa da ottima posizione viene indotto all’errore dal piedone di Burdisso, Borriello si fa ipnotizzare da Julio Sergio. La sensazione è che con Doni in porta la partita sarebbe finita diversamente. La Roma fa davvero poco davanti. A parte l’azione iniziale di De Rossi si può segnalare un timido colpo di testa di Vucinic. A tempo scaduto una forte conclusione di Riise, Abbiati non ha grossi problemi a buttarla in angolo visto la traiettoria centrale. L’ingresso di Toni ha leggermente riequilibrato la situazione creatasi in campo, ma l’atteggiamento ormai era fortemente segnato dalle scelte del tecnico giallorosso. Ranieri vede la squadra stanca e si rintana. Il fatto di lasciare in campo un inguardabile Perrotta e di non fare altri cambi, a parte Toni, è un chiaro sintomo di poca fiducia degli uomini che ha in panchina. L’infausta uscita dalla coppa aiuterà al recupero delle energie spese per la grande rimonta. Adesso l’importante è non farsi venire la sindrome delle provinciali. La troppa timidezza se reiterata nel tempo porta alla paura di essere ripresi e questa sarebbe davvero deleterio per il finale del campionato. L’obiettivo vero è il terzo posto, quindi petto in fuori e sotto a chi tocca. |
