venerdì, Aprile 19, 2024 Anno XXI


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Partita perfetta, giornata perfetta. La Roma demolisce il Genoa, i biancocelesti soccombono in terra orobica, i zebrati costretti a mandare giù un pandoro intero fuori stagione, i viola che sbattono contro le torri. Napoli e Palermo non si fanno male e ci ritroviamo improvvisamente terzi in classifica.

Adesso, paradossalmente, arriva il difficile compito di Ranieri. Mantenere i piedi per terra, non è successo nulla, ma veramente niente. C’è traffico in zona terzo quarto posto. Il confine tra paradiso e inferno è davvero inesistente. In pratica non c’è purgatorio. O su o giù.

Partita dominata dall’inizio alla fine. Tante occasioni, tanti tiri, e in difesa non è passato uno spillo. Ancora zero gol subiti, e se si tolgono quelli ‘clamorosi’ subiti a Cagliari, la difesa sta tornando quella di una grande squadra.

Rombo con Perrotta interno e Brighi a ridosso delle punte. Vucinic conferma ancora una volta che lui non è un bomber, ma uno che sa giocare a pallone. Entra nell’azione del primo gol di Perrotta e poi doppio assist a Luca Toni.

Doppia orecchia all’Olimpico di Roma. Il ragazzotto dopo aver sbagliato un gol di testa si fa trovare pronto nel cuore dell’area avversaria, prima di punta poi di testa e la sua gioia è la nostra. Incredibile la velocità di ambientazione, incredibile la voglia di fare, incredibile la forma fisica.

Il Genoa non esiste, riprova che il suo allenatore questa volta non ha nemmeno la forza di lamentarsi dell’arbitro, suo sport preferito quando incontra la Roma.

La sosta non ha fermato la rincorsa dei giallorossi. Il treno viaggia spedito verso stazioni che più gli competono. Salire sempre più su senza soste inutili. Dura, durissima tenere i giri al massimo.

Euforia positiva, solo questo. Scacciare via ogni temibile ‘scoattata’. Quando si è nel gruppone ogni caduta può essere rovinosa. Bisogna avere cento occhi per guardare si avanti ma anche dietro, a destra e a sinistra.

Il prossimo turno avrà un sapore particolare per il mister, come per noi del resto. Nessuno avrebbe scommesso che saremmo arrivati a questo match con la Juve sotto in classifica. Ma proprio per questo più temibile. Una squadra allo sbando, già dentro la fossa. La storia ci insegna che tante volte e in tanti l’hanno ritirata su, sconfinando nell’illecito.

Consapevoli della nostra forza dovremo essere bravi nell’attesa. Aspettare il momento propizio per affondare il colpo ferale. Non concediamogli il fianco, guardiamoli in faccia e quando la loro debolezza verrà fuori, giù come una lama nel burro, senza pietà, fino in fondo.

petra@corederoma.it