mercoledì, Maggio 15, 2024 Anno XXI


da ilmessaggero.it

ROMA – I carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia Roma Eur hanno fermato cinque cittadini polacchi e denunciato a piede libero due italiani per ricettazione di auto di lusso.

Ieri mattina, i militari, nel corso di un attività di controllo hanno notato un tir parcheggiato in un’autodemolizione al Laurentino e, avendo notato uno strano movimento di persone, si sono defilati per osservare il loro operato. Durante l’appostamento, durato fino alla sera, i militari hanno osservato che i 5 polacchi, di età compresa tra i 28 e i 48 anni, si affrettavano a caricare sull’autotreno parti di autovetture tra cui blocchi telaio, motori, pneumatici, sportelli, paraurti, parti di motore, targhe e altre parti meccaniche. A smontarli, però, ci pensavano i due italiani di 45 e 50 anni, dipendenti del deposito di autodemolizione.

Quando le operazioni di carico sono terminate e il tir era pronto a partire alla volta della Polonia, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur sono usciti allo scoperto fermando tutti i presenti e bloccando tutte le vie di fuga della struttura. All’interno del tir i militari hanno rinvenuto pezzi, accuratamente imballati, appartenenti ad 8 autovetture di lusso tra cui una Bmw X6, una Infinity FX35, una Porsche Carrera e una Mini Contryman i cui “scheletri” erano custoditi in alcuni container del deposito.

Dai primi controlli incrociati, effettuati mediante i numeri dei telai, le 4 lussuose autovetture sono risultate rubate mentre per gli altri pezzi i carabinieri dovranno effettuare delle verifiche più approfondite per accertare la provenienza delittuosa. Per i 5 polacchi è scattato il fermo per ricettazione e sono stati rinchiusi nel carcere di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. L’autotreno, il relativo carico e i telai custoditi nel container sono stati sequestrati. E’ stata, inoltre, sequestrata una ricevuta di pagamento di 6.300 euro, emessa dall’autodemolizione, che sarebbe servita ai polacchi per eludere i controlli, ma si presume che il valore della merce possa superare i 30mila euro.

da ilmessaggero.it

ROMA – Saranno le indagini affidate agli agenti del Commissariato di Ostia Lido, diretti dal dr. Antonio Franco, a stabilire le vere cause che hanno portato al litigio che si è consumato ieri pomeriggio in via Tenuta di Giano e che si è conclusa con l’accoltellamento di due persone, poi finite in ospedale.

Sono circa le ore 7 della sera quando una telefonata al 113, mette in allarme la Questura. Sul posto si dirigono gli agenti del Commissariato di zona. Al loro arrivo una delle persone coinvolte nella lite, la più grave, è già stata soccorsa dal personale del 118 e trasportata in ospedale. L’altro ci andrà poco dopo. Per entrambi si tratta di ferite da arma da taglio.

Le indagini. Gli investigatori intanto cominciano a raccogliere le testimonianze di alcune persone che avevano assistito alla scena. Pochi dubbi sulla dinamica. Dalla ricostruzione fatta dai poliziotti sembra che uno dei due contendenti, di rientro dal mare con la sua compagna, mentre stava aprendo il cancello del cortile, sarebbe stato aggredito, senza un apparente motivo, da uno dei condomini, A.F., romano di 59 anni.

L’uomo lo avrebbe prima aggredito verbalmente e poi con un coltello. A quel punto, la vittima, dopo aver spostato la compagna per allontanarla, si è difeso tentando di tenere a distanza il 59enne usando il frigo portatile che aveva in mano come scudo. Nonostante avesse cercato di evitare i colpi, alcuni fendenti portati dall’aggressore a più riprese, riuscivano a colpirlo. Dopo la colluttazione i due cadevano a terra e a quel punto anche l’aggredito ha estratto un coltellino dalla tasca, che lo stesso usava per lavoro in quanto proprietario di un banco di frutta e verdura, e colpiva A.F.. Trattenuti in ospedale, entrambi con prognosi superiore ai 25 giorni, sono tutt’ora ricoverati. Al termine degli accertamenti il 59enne è stato arrestato. Messo disposizione dell’Autorità Giudiziaria dovrà rispondere del reato di tentato omicidio.

da corriereromano.it

Erano specializzati in furti d’appartamenti i 37 georgiani arrestati oggi dai Carabinieri di Roma. Entravano senza lasciare alcun segno di effrazione con la cosidetta tecnica del “key bumping”: utilizzavano una speciale chiave limata che fungeva da passepartout e che i ladri si erano fatti spedire direttamente dalla georgia. citofonavano e si facevano aprire dai residenti spacciandosi per postini. I malviventi avevano un’organizzazione orizzontale, non c’era un vero e proprio capo, tutti partecipavano all’organizzazione dei colpi e poi effettuavano i furti. a roma hanno colpito in diversi quartieri: Eur-Torrino, Tiburtino, Tuscolano. Dopo una dozzina di furti cambiavano paese per qualche mese: si spostavano in Germania, Francia, Spagna ed Austria.

“I furti commessi dai georgiani – ha detto il colonnello Giuseppe La Gala, comandante del Gruppo Roma dei carabinieri – hanno creato grande allarme sociale in tutta la Capitale. La loro tecnica non lasciava segni e per questo i proprietari di casa spesso avevano dubbi sulle badanti e sugli stessi familiari”.

I Carabineri hanno recuperato oggetti di ogni tipo proveniente dai furti della banda georgiana, il valore totale della refurtiva ritrovata dai Carabinieri ammonta a circa 2 milioni di euro.

da ilmessaggero.it

Mazzette, vigili e favori. Aperta una doppia inchiesta a piazzale Clodio su alcuni vigili urbani che avrebbero consigliato o imposto il pagamento di tangenti, in cambio della promessa di chiudere un occhio su eventuali irregolarità trovate nelle attività di alcuni commercianti. Chiedevano in cambio piccole cose, dalla spesa gratis a qualche centinaio di euro. La procura ha chiesto le indagini per i vari episodi e ha sollecitato il rinvio a giudizio per un vigile che in centro, spalleggiato da un funzionario della Asl (pure lui finito sotto inchiesta), avrebbe chiesto a una serie di negozianti 250 euro per «chiudere un occhio». «Posso far finta di non vedere – era la premessa – Ma, sa, così mi espongo. Però con 250 euro potremmo lasciar cadere la questione, tenendo calma anche la Asl». La concussione veniva proposta così. E ora, in Campidoglio, è stato aperto un procedimento per far scattare la sospensione dal servizio dell’agente municipale «dalla mazzetta a tasso fisso».

I CONTROLLI
Il pm Attilio Pisani, invece, ha chiesto il rinvio a giudizio per un altro vigile che avrebbe adottato un metodo analogo a quello del collega accontentandosi però di fare la «spesa gratis» dagli ambulanti, in zona Anagnina. Paolo Mauro, 45 anni, del X gruppo, essendo addetto ai controlli del settore commercio nel quartiere Tuscolano, avrebbe preso l’abitudine di prelevare a suo piacimento merce dai banchi del terminal della metro, minacciando gli ambulanti di ritorsioni a suon di verbali e sequestri. Un vizietto che a fine novembre gli era già costato l’arresto in flagranza di reato, disposto dal pm Stefano Pesci. Ma che non è servito a fargli perdere l’abitudine. Era stato un ambulante bengalese del mercatino di Anagnina a denunciarlo. E ora il magistrato ha chiuso le indagini sollecitando per il vigile la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di concussione.
Prima di finire sotto inchiesta su di Mauro, pare, non ci fossero ombre: era stimato nel quartiere e ritenuto un lavoratore dai modi gentili, che in passato si era schierato contro i colleghi indagati per aver taglieggiato i commercianti. Il giorno del suo arresto, il 23 novembre scorso, in una nota dalla stessa Polizia Roma Capitale, l’allora comandante generale del Corpo, Carlo Buttarelli, aveva espresso apprezzamenti: «Il Corpo, con questa operazione, ha fatto autonomamente pulizia al proprio interno».

I PERMESSI FALSI
In procura, oltre al filone più noto che vede come vittime i fratelli Bernabei, sono anche altre le indagini avviate. E tra queste il caso di Claudio Coppola, l’ex comandante del II gruppo, accusato di aver intascato dalle 200 alle 400 euro in cambio di permessi per la Ztl falsi. Il pm Laura Condemi, che ha iscritto nel registro degli indagati il funzionario e una decina di negozianti, ha appena chiesto la proroga delle indagini che potrebbero portare presto a ulteriori sviluppi.