No, caro tifoso italiano. Io non sono tuo fratello, e, per essere chiari una volta per tutte, neanche un tuo lontano parente.

Tifo Roma, e non è una moda né un onere a cadenza quadriennale.
Tifo Roma e nessun’altra maglia.
Tifo Roma ed ho la memoria lunga.

Io ti ricordo, era il 2004, e il tuo cappello tricolore con i sonaglini in punta riusciva nella proibitiva impresa di farti sembrare ancora più ridicolo, con la faccia dipinta, caricatura nazionalpopolare che sputacchiavi rimasugli di maccheroni urlando “vergogna!”.
Ricordo un processo di piazza al quale hai preso parte con quella foga anti-romana che, già congenitamente insita nel tuo povero dna, hai potuto affinare grazie ad anni di italietta mediatica.
Ricordo il 2006, che avrebbe potuto essere l’anno zero, ma non lo è stato.
L’indignazione urlata, due anni prima, per uno sputo, non l’hai nemmeno sussurrata per quel vaso di Pandora mai del tutto scoperchiato, che ancora oggi qualcuno si ostina a definire farsa e che, tutto sommato, ha lasciato in vita un calcio che avrebbe potuto e dovuto estinguere.
Ricordo, ed è recente, che la Federazione che stampiglia il suo logo su quelle maglie non giallorosse è la stessa che consente ad alcuni di attribuirsi, facendosene vanto sul proprio incolore pigiama, un numero di scudetti a piacere.
E’ quella Federazione che, in occasione delle ultime tre premiazioni, non ha ufficializzato il numero di campionati vinti per non urtare la sensibilità aritmetica di pochi, importanti, amici, oltre che di quattordici milioni di clienti.
Ricordo quel famoso codice che ad intermittenza, discrezionalmente e con dispotici ed inappellabili verdetti, vorrebbe indicare ciò che è etico a noi poveri sudditi, forse ignorando che da queste parti – ed a nostre spese – un’idea in proposito ce la saremmo fatta da un po’.
E no, non è la stessa.
Ricordo molte cose, troppe perché tu possa pensare di invitarmi alla tavola padronale una volta ogni quattro anni.
Stai bene così, a sputacchiare maccheroni ed agitare bandierine con i tuoi occasionali fratelli.
Buon appetito.

Er Barone