domenica, Giugno 29, 2025 Anno XXI


Samuele ha compiuto da poco un anno. Ha festeggiato la sua prima candelina al Bambin Gesù da pochi giorni. L’ha festeggiata tra due feste importanti come la Pasqua e il 1 maggio ma, nel suo caso, s’è trattato di due giornate qualsiasi capitate tra un ciclo e l’altro di trattamento chemioterapico. E’ affetto da Leucemia Acuta Mieloide, “un disordine –così recita la letteratura competente- dovuto alla presenza di alterazioni acquisite a carico del DNA delle cellule presenti nel midollo osseo”.

Quando, a proposito di bimbi piccoli, si parla di “disordine” si pensa alla confusione, alla ciaciara più festosa, a qualcosa che riempie l’ambiente di rumori, grida e allegria. Qui, nel caso di Samuele, il termine ha un altro significato. E questo perché il suo piccolo corpo, la sua appena accennata struttura vitale, quell’incredibile e straordinario intreccio di arterie e vene, quella ancora minima rete di condotti sanguigni incaricati del trasporto energia dal centro alla periferia, è da mesi sotto attacco. Una proliferazione incontrollata di cellule ostili chiamate “blasti leucemici” ha prodotto dentro di lui una devastante alterazione nell’equilibrio tra globuli rossi, piastrine e normali globuli bianchi. Samuele è in guerra e il teatro del conflitto è lui stesso.

Ma Samuele è forte. Ne ha già affrontate di battaglie importanti e le ha vinte tutte. Ad un certo punto dopo che il bombardamento chimico dei farmaci aveva azzerato i leucociti, nel momento di massimo sbracamento delle difese immunitarie,  un virus maligno c’ha pure provato ad attaccarlo facendogli sballare altri valori e procurandogli febbre alta e ulteriori malori. Ma lui ha respinto pure l’intruso vigliacco e piano piano, linea del Piave dopo l’altra, ha riconquistato le posizioni perse.

Oggi Samuele è pronto ad affrontare il quarto ciclo di cure. Poi ce ne sarà un altro e poi finalmente sarà il giorno del trapianto. E poi, come un film western che vedevamo da ragazzi all’oratorio, “arriveranno i nostri” a chiudere la storia e con l’entrata in campo del midollo buono si dovrebbero alfine sistemare le cose.

Quando la Roma aveva preso a passo di carica l’avvio del campionato ad ogni match anche Samuele era della partita. E con Andrea e Barbara, i suoi genitori, con Maria e Stani e Mirella, i suoi nonni, s’era preso a commentare il suo sorriso sotto la bandana giallorossa o con in testa un cappelletto di lana con i colori sociali. “Samuele porta bene!”  era la battuta più gettonata nell’autunno dei record. E questa battuta ora ci va di risentirla, per strillarla ancora più forte in vista di un anno diverso, il prossimo, fatto di nuove imprese e nuove vittorie.