sabato, Giugno 21, 2025 Anno XXI


Esistono notti che nella vita non si possono perdere, come quando il destino
ti bussa alla porta e tu non ci sei. Tutto inizia con un abbraccio dello stadio
ad un terzino ligure campione d’ Italia nell’83, che con un sottofondo di
“correndo, correndo” scritta per lui da un certo Antonello si commuove come
fosse la prima volta all’Olimpico. Prosegue con “Roma nun fa la stupida
stasera” intonata da un grande romanista come Armando Trovajoli, con un
pubblico che tutto insieme si è sentito Rugantino e romantico per una notte.
Brividi puri da jukeboxe giallorosso. Poi bastano sedici minuti e neanche a
dirlo il numero sedici della Roma, l’amico e il fratello di sempre, si ricorda
di quando sul mare di Ostia faceva l’attaccante e inizia uno slalom gigante in
area genoana come nemmeno Tomba avrebbe fatto alle Olimpiadi. Atterrato, calcio
di rigore e vena di fuori come se fosse un goal. Si perché Daniele lo sa,
quello è il regalo più bello per il suo Capitano. Tutti in piedi la Leggenda
calcia, segna ed entra nella storia (come da vent’anni a sta parte) eccoci
arrivati caro Nordahl. La Roma però non chiude e il Genoa pareggia su rigore,
con un altro giallorosso di nome Marco Borriello. Adesso sarebbe toppo semplice
e forse banale dire che quando nacque Alessio Romagnoli il 12 gennaio del 1995,
Francesco Totti aveva già siglato i suoi primi due goal con la maglia del suo
cuore, fantastico verrebbe da dire. Ma d’altronde sulla maglia quando uno
indossa la maglia numero 46, dove la somma è dieci, sei romano e sei all’
esordio dal primo minuto in serie A non puoi non segnare. Allora è il momento
che assisti ad un incantesimo, dove in un asso temporale lungo e teso come un
cross da calcio d’angolo, il ragazzino di diciotto anni sale in cielo e di
testa con un assist del suo Capitano porta la Roma in vantaggio, correndo da
Francesco come un bambino corre dal papà, due generazioni in un abbraccio d’
amore. Si Alessio è successo veramente, e adesso vola più veloce del vento. Ma
c’è ancora del tempo per vedere gatto Stekelemburg tra i pali e un Campione del
mondo di nome Simone,che come lo zio al parco, scambia col papà, si butta nello
spazio e sigla la rete che chiude la partita. Eccoli i protagonisti, il papà,
il ragazzino e lo zio. Cosi belli da immortalare in una foto di famiglia, come
la piramide umana in occasione del secondo goal romanista. Cose romaniste da
Rugantini senza età. Ma poi ti accorgi che nel finale accade qualcosa di
speciale, quando vedi due bimbi veri, biondi e belli galoppare dal loro papà e
da quello di tutti noi per dargli 225 baci. Sei forte papà, sei forte
“Capità”. Ed è in quell’istante che si sommano, le lacrime di Totti, di
Romagnoli, e di tutti quelli che erano, figli che ti stanno ammirando dal 28
marzo 1993 e che oggi sono dei padri, grazie Francesco. Ma come hai detto tu
non finisci qui perché c’è da andare a prendere un certo Piola. The nex stop
come scriveva la curva. E’ una promessa e le promesse vanno mantenute, come
quelle che fai ai figli, quando te li abbracci, li baci sussurrandogli vi amo.
La Roma è tutto questo.
Filiberto Marino