domenica, Maggio 19, 2024 Anno XXI


PIU’ DI IERI e meno di domani.ROMANISTA.
Ci sono andato a dormire, poco e male per l’ennesima volta in due mesi scarsi.
Mi ci sono svegliato stamattina.
PIU’ DI IERI e meno di domani.ROMANISTA.
Quelli della mia generazione hanno rafforzato e accresciuto la loro fede in stagioni come questa, quando si arrivava a 24-25 punti e ci si salvava con pareggi più o meno biscottati all’ultima di campionato. Mesi di sofferenza,domeniche di tristezza attaccati ad una radiolina che non dava mai risultati positivi.E la domenica dopo all’Olimpico col freddo,la pioggia o 30 gradi a sperare nel punticino che muoveva la classifica. I ragazzi di adesso non possono capire. Vanno allo stadio perche “so ‘dda Roma” però se le cose non vanno bene, ma chissenefrega vado co la pischella.
Noi siamo la generazione di mezzo. Quelli che hanno la famiglia e per i figli piccoli o la moglie che “se fa girà co sta Roma tutte le domeniche” ormai in gran parte preferiscono guardarsela in televisione.
C’è un grande vuoto.E lo stadio perennemente deserto lo dimostra. VUOTO D’AMORE.
La Roma la amiamo in pochi.E per carità ognuno è libero di farlo o di rivolgere il suo affetto e le sue attenzioni ad altri lidi.
IO NON CI RIESCO E COME ME TANTI ALTRI CHE ANCORA CI SONO E SEMPRE CI SARANNO.
La Roma ha segnato profondamente la mia vita. Sono cresciuto a pane e Roma. Mia madre per farmi mangiare mi raccontava dello Stadio Torino, di quella domenica che la radio annunciò che la Roma e il Genoa erano retrocesse in Serie B e lei a 11 anni piangeva come una fontana,dell’8-0 al Napoli,dei campioni degli anni 50 e 60 venuti a svernare a Roma ma capaci di radunare folle che trasudavano amore per i colori e la sacra maglia,di Roma Inter 0-1 gol di Rovatti. Tanti ricordi.Che mi hanno nutrito e fatto crescere nelle difficoltà calcistiche.
Quei racconti e la lettura e lo studio di libri sulla Roma. Vivere 24 ore al giorno con la “Roma in fondo al cuor” macinando chilometri negli Anni 70 quando non si vinceva mai ma in trasferta ci si andava in 10.000 dovunque.
Era un amore disperato.COME QUELLO DI OGGI.
Siamo ancora terz’ultimi in classifica.Sento discorsi deliranti dai dirigenti. “Ricordiamoci di questi tre anni”, “non possiamo pensare alla salvezza”.Vedo un allenatore che ridacchia e dice che la squadra non deve cambiare perchè sa fare quelle cose.
BASTA CHIACCHIERE.
BASTA VIVERE DI RICORDI, quelli lasciateli a noi,almeno quelli non ve li dobbiamo pagare.
BASTA PROCLAMI.
BASTA STERILI RICERCHE DI CAPRI ESPIATORI CHE NON PAGHERANNO MAI.
BISOGNA FARSI UN SERIO E PROFONDO ESAME DI COSCIENZA E RENDERSI CONTO CHE GLI ORIZZONTI SONO CAMBIATI.
IL CAVIALE ED IL SALMONE SONO FINITI.
CHI MANGIAVA CIPOLLA FINO A TRE ANNI FA NE COMINCI A RICORDARE IL SAPORE.
Noi tifosi lo conosciamo bene….
PIU’ DI IERI e meno di domani.ROMANISTA.