venerdì, Maggio 16, 2025 Anno XXI



Era una notte di metà dicembre del 2005 quando la Roma divenne Roma a Genova. Quella volta si giocava contro la Sampdoria e segnò Francesco Totti. Ieri era il 21 ottobre 2012, con il 217esimo goal del numero dieci giallorosso, cambia la forma perché davanti c’era il Genoa, ma non la sostanza perché dopo sette anni è sempre Totti goal. Sette come i minuti che ci mette Kucka a bucare la porta dell’olandese volante. Sette come i minuti che passano per il raddoppio di Jankovic, come se il Marassi si stesse trasformando nello Juventus Stadium. Sembrava tutto perduto, visto che perché chi è romanista il sole di mezzanotte a Genova contro il Genoa  l’ha visto solo una volta negli ultimi 22 anni di storia giallorossa. Ventidue come il numero dell’ex di turno Borriello. Una partita dantesca, dai gironi dell’inferno ai cancelli del paradiso, da notte fonda al sole di mezzanotte appunto. In mezzo sempre quel ragazzetto biondo, con il dieci sulle spalle ed una fascia al braccio, il viaggio di una leggenda. Genova era per noi la follia dei folli in quel Genoa-Roma da 0-3 a 4-3, che sancì l’addio di Claudio Ranieri, il Marassi significava la sconfitta dell’utopia calcistica di Luis Enrique, ma non  solo questo. Si perché il Ferraris è anche  sinonimo di scudetto nell’8 maggio del 1983, l’anno in cui nacque un signore di nome Daniele De Rossi, quello che giocava contro tutti, che è solo tifoso dell’Italia, quello che sono 4 anni che non gioca a pallone con la maglia della Roma e che da quando ha rinnovato il contratto gioca solo con Prandelli. Ecco perché questo signore che per molti non poteva giocare nei tre del centrocampo boemo, ha deciso di correre per tre e tornare DDR.  Genova è magia quando si parla di Zeman, quando il 19 maggio scorso il suo Pescara dei miracoli andò li a vincere la serie B. Ieri la Roma si è guardata allo specchio a distanza di un mese da Roma-Bologna 2-3 a Genoa-Roma 2-4. Questione di colori forse, il rosso e il blu, cose che solo chi Romanista può capire. Ieri Osvaldo ha fatto il furioso segnando due goal, una consuetudine normale per alcuni, non per Zeman. Leandro Castan   ha difeso come un argentino ed Erik Lamela ha segnato come un brasiliano. Ieri è stata la vittoria delle vittorie, rischiando la sconfitta delle sconfitte. Un’esecuzione  che vince sulla guerra tra guelfi e ghibellini, perché solo la Roma annulla tutto. Ben tornata.

Per CoredeRoma
Filiberto Marino