sabato, Luglio 27, 2024 Anno XXI



apro la porta. scendo le scale. l’ascensore è rotto e comunque sarebbe troppo pericoloso. l’altra sera ci sono rimasto chiuso dentro e la sera è diventata notte. sono uscito solo quando la notte era ormai diventata mattina. esco dal portone e trovo subito un bivio. vado a destra o a sinistra. sapessi dove andare ci andrei. ma come faccio a decidere se non so dove devo andare. che sono uscito a fare? mi chiedete che sono uscito a fare?
eh già. per camminare. per muovermi. avrei voluto fare chissà cosa. ci ho provato ma da solo non mi è riuscito. non posso fare a meno di muovermi per cui esco per uscire. anche se non so dove andare. anche se il movimento senza un fine sembra solo e soltanto scoordinato. però certo che in queste condizioni il bivio è un casino. non ci voleva. ma sono forte e mi butto. a destra si intende quando mi muovo di istinto vado sempre a destra mi pare di andare avanti andando a destra. mi sono buttato sono uscito e mi sono buttato. ma porca miseria guarda se andando a destra dopo appena dieci metri ci doveva essere un altro bivio. andiamo a destra. riandiamo a destra. mentre le gambe fanno su e giù trasportando il resto del corpo la mente si assenta e sale. sale. è come se volasse. osserva dall’alto. madonna quanti bivi. ogni bivio la strada si sdoppia e ogni strada sdoppiata dopo un po’ si sdoppia a sua volta. è anche pieno di gente che cammina. alcuni sono fermi proprio in prossimità di qualche bivio. sembrano dormire. forse dormono. altri vanno spediti. ma che fanno scelgono a caso pure loro? oppure sanno così bene dove andare che non devono neppure fermarsi a pensare? nell’uno e nell’altro caso è inquietante. chi glielo ha detto dove dovevano andare a me quando sono partito non me lo ha detto nessuno. ero distratto? mi hanno inculato? sono sordo? non posso capire? oppure nessuno come me sa dove deve andare e tutti quelli che da qua su sembrano decisi tentano. non è possibile. come fanno ad essere così sicuri andando dove non sanno di andare. ma vi rendete conto che cambiando un bivio. una semplice e piccola scelta al cinquanta per cento si va da tutt’altra parte. da qui si vede benissimo. ecco maria. merda come è lontana. come cazzo abbiamo fatto a finire così lontani. un sacco di bivi l’abbiamo presi insieme. poi ne è bastato uno che ci ha separato e guarda quanto siamo lontani. no … non è possibile. a me questa faccenda mi fa schifo, non ci posso credere. dovrei tornare indietro ma nonposso. il tempo che occorrerebbe per tornare indietro e lei chissà dove sarebbe finita. magari da queste parti. allora sarebbe meglio stare fermi. certo che è proprio un bel casino. ah guarda il professore … e bez … mati … stargazer. certo che però fa un bell’effetto vedere che comunque c’è un sacco di gente. e pensare che io credevo di avere scelto le persone che avevo accanto. invece no sono capitate li per caso. scegliendo un bivio. per ognuna che si allontana qualcuna si avvicina. beh in effetti ci sono zone più popolate e altre meno. come al solito c’è più gente in mezzo. ci sono pure dei capannelli di gente ferma. forse quelli hanno capito tutto. se quando ero con maria ci fossimo fermati ad un bivio. se ci fossimo seduti, saremmo ancora li. allora è questa storia del progresso, del gusto di andare avanti che è una cazzata. forse la cosa migliore è fermarsi e accamparsi a qualche bivio nel momento in cui si sta bene. però mica è giusto. spiegatelo prima, dite qualcosa. da sotto è tutta un’altra cosa. uno mica lo sa che sta in mezzo ad una specie di ragnatela e che gira a vuoto con destinazione ignota. ma che cazzo è successo? è scomparso il professore … professore … professooooo … cazzo, che fine ha fatto? meglio scendere. no meglio rimanere quassù magari lo vedo rispuntare da qualche bivio … dove si sarà cacciato? quello è matto. una volta l’ho trovato di notte che vomitava da solo. le mani in tasca. sembrava un professionista. “…eccomi…” aho qua stai? come mai? dai scendiamo che a me questa storia dei bivi mi sta mettendo l’angoscia. “scendi tu io non posso” come? che cazzo stai dicendo? è scomparso … boh …

col pensiero riscendo, comincio a planare. lento … come una foglia trasportata dal vento. rientro. sono dentro di me. ecco un bivio. ora lo so però che tanto è inutile scegliere. tanto vale non perdere troppo tempo. andrò sempre dove mi porta l’istinto. girerò a vuoto fintanto che non avrò trovato maria e li mi fermerò. per sempre. dovunque sia. intanto vado a destra. guarda che si vede. c’è mio fratello. bella … come va? come è morto il professore? ma l’ho visto un attimo fa! no … no … ma che cazzo di vita è questa professo’ dai scendi giù. non facciamo scherzi. come faccio senza di te. perché l’hai fatto? perché? lo sapevo che eri troppo buono per vivere in questa fogna. però che vuol dire. potevi almeno aspettare un’altra notte. un’altra festa, un’altra sbornia. uno mica se ne va così. professo’ ah professo’ … dai vieni fuori … vieni fuoriiii. merda scendendo sono finito in un bicchiere pieno d’acqua. l’acqua è agitata. non dovrei perdermi, è un bicchiere in fondo. eppure succede. succede come in quelle partite facili facili, date a 1 e 30 dagli allibratori. se non sblocchi è un casino. se non sblocchi finisci che in quel bicchiere ti ci perdi. e se ti perdi in un bicchiere d’acqua ti piglia il panico sai … almeno a me mi piglia il panico e allora addio. oggi in questo bicchiere a momenti ci si perdeva la roma. poi ha chiuso con u roboante 5 a 1 la pratica perugia, ma il risultato inganna. non è stato per niente facile. ad un certo punto l’acqua del bicchiere sembrava un problema insormontabile. proprio come adesso. come cazzo faccio ad uscire. senza professore non ci so stare. mi perdo non c’è niente da fare. fatemi uscire. vi prego fatemi uscire. maria cazzo almeno arriva tu. ho bisogno di parlarti. anzi di ascoltarti. anzi di guardarti. anzi ho bisogno di te e basta. è una vita che scrivo mischiando sogni e parole. ora in questo maledetto bicchiere, con questi cazzo di bivi mi sembra di aver finito entrambi. anzi mi è rimasto solo un sogno e due parole. il sogno è quello di riabbracciarti, le parole? ti amo.
kammamuri


Roma, 5 dicembre 1998, stadio Olimpico

Roma-Perugia 5-1
·  Roma (4-3-3): Chimenti 5, Candela 6.5, Aldair 6.5, Zago 7, Dal Moro 6, Alenitchev 6.5, Conti 6.5, Di Francesco 7, Paulo Sergio 6 (23′ st Di Biagio 6), Delvecchio 8 (37′ st Gautieri 6.5), Totti 7.5 (40′ st Bartelt). (22 Campagnolo, 19 Quadrini, 16 Tomic, 18 Frau). All. Zeman 7.

·  Perugia (4-3-1-2): Roccati 5.5, Sogliano 5 (25′ st Bucchi), Matrecano 5, Rivas 5, Colonnello 5.5, Ze’ Maria 6, Olive 6, Tedesco 5.5, Nakata 6, Rapajc 7, Melli 5 (48′ pt Ripa 5). (1 Pagotto, 20 Strada, 23 Rocco, 25 Petrachi, 30 Pellegrini). All. Castagner 5.5.
·  Arbitro: Bettin di Padova 5
·  Angoli: 14-3 per la Roma
·  Espulsi: 43′ pt Matrecano (calcio a gioco fermo a Paulo Sergio), 19′ st Conti (doppia amm.)
·  Ammoniti: Alenitchev, Roccati, Rapajc
·  Spettatori: 48554 spettatori, incasso 1.499.091.000.
·  Note: al 29′ pt il quarto uomo Stevenato sostituisce il guardalinee Gregori per un infortunio muscolare. Al 40′ st Totti esce dolorante in barella dopo uno scontro con Roccati.

I Gol:
·  32′ pt: da Nakata a Rapajc che stringe al centro. Da fuori area tira in porta senza pretese, il pallone rimbalza per terra e inganna Chimenti che si fa colpevolmente superare.
·  16′ st: Di Francesco riconquista un pallone forse aiutandosi con una mano, allarga a Totti che con un destro rasoterra trova l’angolino.
·  18′ st: spunto prolungato di Alenitchev che pesca solo al centro Daniele Conti, che di testa raddoppia.
·  33′ st: da Di Francesco a Dal Moro, centro per Delvecchio che di testa schiaccia in rete.
·  35′ st: cross di Di Biagio, prodezza di Delvecchio che di testa all’indietro trova l’angolino opposto.
·  46′ st: bomba di Alenitchev, respinge Roccati, cross di Di Francesco e Gautieri, in sospe


Il trionfo giallorosso. E’ il figlio d’arte il grande protagonista della giornata. Negli spogliatoi i complimenti del genitore
Favola Conti: «Dedicato a papà»
«Mi ha insegnato tante cose, sono andato sotto la Sud come faceva lui»
Trani sul Messaggero


immagini by bobodrum