venerdì, Aprile 19, 2024 Anno XXI



dai corri … sbrigati che è cominciata … ma quanto cazzo è lunga sta scala. sono le quattordici e trentatré di domenica 25 ottobre e mi trovo nel mezzo di una torre enorme, una specie di megascala-a-chiocciola che conduce al terzo anello di s.siro. qualche metro dietro di me maria urla come al solito e mi tormenta perché dice che corro solo per la roma, mica per lei. intanto decine di migliaia di persone vociano da dentro quel catino facendo aumentare l’angoscia per la fine della scala che non arriva mai. ma che ci faccio allo stadio con maria? maria è una di quelle che dice che i tifosi sono tutti uguali … che è tristissimo finire ogni domenica a seguire una squadra di calcio, che ancora non ha capito come mai una persona intelligente e sensibile come me sia così tifoso. sono anni che cerco di farglielo capire. è proprio il fatto che sono sensibile la chiave. sento … sento per la roma. non vedo il p

roblema. a questo punto però bisogna fare un passo indietro.
qualche tempo fa mi telefonano da milano: “sarebbe disposto a venire la prossima settimana per tenere un paio di lezioni?” è circa il sette di ottobre. mi faccio due calcoli, il 25 c’è milan-roma. è tanto che no faccio una trasferta. quasi quasi mi apparecchio una bella settimanella padana. detto fatto le lezioni saranno lunedì 26 e mercoledì 28. perfetto. sabato 24 monto in macchina alla volta di milano dove c’è un’amica mia di pavia che mi da pure la casa, tanto è a firenze a studiare. sai che c’è? mi sa tanto che propongo a maria un bel week-end. scatta la telefonata, il ragazzo, un cervide che lo dovreste vedere, è impegnato per il fine settimana. a ruota con la telefonata scatta pure il viaggio.

il sabato scivola via abbastanza tranquillo. la sera si torna a casa e si comincia a parlare. passo ore e ore a raccontare a spiegare come cazzo mi sento, come mai all’improvviso due anni fa sparii per un mese. avevo bisogno di capire, di pensare a fondo. d’altra parte, come dice la mia amica brubeat, sono sempre stato uno scopatore triste. gli scopatori tristi secondo lei sono uno degli archetipi fondamentali del panorama maschile, sono quelli che dopo due ore di sesso al limite dell’infarto invece di stare a mille si abbandonano sul letto e tuonano: “ma che senso ha tutto questo?”. in poche parole sono quelli pronti a farsi pippe mentali su tutto, in particolare sulle relazioni e sul loro senso. io mi difendo sempre dicendo che per me oggi le relazioni hanno dei problemi ma convengo che probabilmente non è il caso di parlarne in quei frangenti. che vi devo dire? a me una scopata troppo bella mi mette l’angoscia. e se poi finisce? tanto finisce sempre. ma dove sarà la sola? tanto c’è sempre la sola. comunque con maria non si stava scopando, tutt’altro. con le mani sudate più di quelle di lucio dalla quando suona, con la voce più emozionata di quella del bambino emotivo quando va a fare l’esame di terza media, con il cervello looppato più di non so cosa, dicevo e ridicevo cose strasapute e stradette. intanto pensavo solo che volevo darle un bacio. all’improvviso perdo il controllo e mi scaglio. palo secco, due di picche, buca, chiamatela come vi pare. insomma una storiaccia, dopodiché ovviamente ripartono le discussioni. ma che cazzo c’è venuta a fare due giorni con me se poi mi deve sfanculare? però non glielo posso dire, pare brutto. allora le chiedo: “ma perché?”. “perchè no …” risponde lei.
ma perché no? e poi che cazzo vuol dire perché no? dico ci stai bene con quel cervide? no. sei contenta di come sei i questo periodo? no. stavi meglio prima con me o ora? prima. ma ti manco? si, da morire. hai capito perchè mi sono comportato in quel modo? si. ci pensi a me ogni tanto? s

pessissimo. allora che cazzo fai? me lo dici? allora perché non ci rimettiamo insieme? perchè no. non c’è niente di peggio di maria quando si impunta eh! è incredibile, arriva all’autolesionismo pur di non darmi soddisfazione. ma perché no? questa maledetta frase mi rimbalza in testa. dappertutto. va beh, sono quasi le cinque andiamo a dormire.

la mattina ci svegliamo e corriamo alla stazione. compro i biglietti e vado sotto al cartellone dei treni in partenza. alzo il naso e non capisco bene quello che sta succedendo. merda l’ora legale! lo sai che vuol dire questo? vuol dire che la partita comincia alle due e mezza, non alle tre e mezza. cazzo. siamo ancora a pavia e siamo già in ritardo. dobbiamo pure passare da fausto che mi ha comprato i biglietti. quando arriviamo a milano, stazione centrale è circa l’una. corri … corri che è tardissimo, non so neppure come si arriva a s.siro. mentre corro vedo su un altro binari un gruppo di tifosi della roma. sciarpa legata al collo e amore che trasuda dagli sguardi. dai maria andiamo con loro. no. aho’ ma che te ricordi solo quella parola. ci fosse una volta che dici di si quando ti chiedo qualcosa. non è vero. e ti pareva … non è vero, quando mi hai chiesto di venire a milano con te ti ho detto di si. me cojoni … quell’unico si ha generato un centinaio di no. bella storia … va beh! ma guarda che è più pericoloso se andiamo da soli, e poi ci tocca stare zitti come i sorci. non è che sei venuta per mandarmi per traverso la partita eh? no. va beh … corri almeno … corri.
metro, tram, citofono, austo, ritram, rimetro, cambia la metro. tutto di corsa. non ne posso più di correre. alle 14 e 27 siamo fuori dalla matro. intorno a noi è tutto un gridare “romani di merda … bastardi …” andiamo bene. corrri … corri che se perdiamo la navetta è finita. la prendiamo al volo, dentro pigiati come le sardine continuano a volare i “romani di merda … bastardi …”. ogni tanto mi pare che l’accento non sia padano d.o.c. ma va bene lo stesso. scendiamo. guardo il biglietto sempre correndo: settore 310 fila 9 po

sto 24. me ne frego sento già le urla. imbocchiamo al primo buco che troviamo. macchè un tipo mi blocca e mi dice: ” … ueh … pulzinella … terzo anello, devi salire l’ultima torre”. non so se avete mai visto le torri di s.siro che portano al terzo anello. non finiscono mai. sono una specie di pozzo di s.patrizio che invece di andare giù va sù. saranno lunghe mezzo chilometro non scherzo. ecco perchè mi tovavo lì alle 14,33 di domenica 25 ottobre con i tifosi ad urlare in un orecchio e maria, qualche metro dietro, a sbraitare nell’altro che corro solo per la roma.
la partita è bellissima. lo dice pure maria che stenta a distinguere la roma dal milan. delvecchio porta in vanaggio la roma che gioca da paura. lo diranno tutti il giorno dopo e già allo stadio lo dicevano diversi tifosi illuminati. la roma esce sconfitta ma a testa alta. io francamente la scala a scendere me la sono fatta sconfitto e a testa bassa. anzi i tre pali e il rigore sbagliato mi fanno rodere il fegato ancora di più. anzi mi fanno proprio rodere il culo. siamo la squadra che gioca meglio? si. siamo il tifo migliore d’italia? si. sarebbe giusto che cominciassimo a vincere qualcosa? si. e allora merda di uno scudetto, perchè non arrivi? perchè no. ma che vi siete messi tutti d’accordo per farmi impazzire? dico volete la mia pelle? se si ditelo, almeno mi mett

o l’anima in pace. così non è possibile. è troppo uno stress. due amori ho nella vita, la roma e maria. due desideri nel cuore lo scudetto sul petto e maria accanto. mi faccio il culo da una vita. dicono tutti che meriterei. poi si arriva al dunque e l’unica frase che continua a rimbalzarmi in testa è: … ma perchè no?
kammamuri


Milano, 25 Ottobre 1998, Stadio Meazza

Milan (3-4-3): Rossi 7,5, N’Gotty 5,5, Cruz 4, Maldini 6, Helveg 6, Albertini 5 (1′ st Ambrosini 6), Boban 5,5, Ziege 6,5, Weah 7 (37′ st Ayala), Bierhoff 6,5, Leonardo 6,5 (33′ st Morfeo 6) (12 Abbiati, 27 Coco, 7 Ba, 11 Ganz). Allenatore: Alberto Zaccheroni 6.

Roma (4-3-3): Chimenti 5, Aldair 6,5, Petruzzi 6, Zago 5 (35′ st D.Conti), Wome 5,5, Tomic 6 (35′ St Bartelt Sv), Tommasi 6,5, Di Francesco 6,5, Paulo Sergio 6, Delvecchio 8, Totti 6,5 (22 Campagnolo, 20 Dal Moro, 19 Quadrini, 14 Gautieri, 18 Frau). Allenatore: Zdenek Zeman 7.

Arbitro: Collina di Viareggio, 6,5.
Angoli: 8-3 per la Roma.
Recupero: 2′ e 4′
Espulsi: 36′ st Boban (doppia amm.), 47′ st D.Conti (fallo su Bierhoff)
Ammoniti: Tommasi, Helveg, Wome, Weah, Rossi
Spettatori: 65.000
Note: 6′ st Sebastiano Rossi ha parato un calcio di rigore battuto da Totti.

I GOL:
9′ pt: lancio in profondita’ di Aldair per Totti, che galoppa in area e tenta il pallonetto in rete. Rossi intercetta, ma interviene Delvecchio che segna anticipando Cruz.
48′: Bierhoff raccoglie un cross sul fondo, appoggia a Leonardo che in area di destro batte Chimenti.
14′ st: su lancio di Boban, gran pasticcio difensivo giallorosso tra Aldair, Petruzzi e Chimenti. ne approfitta Ziege che arraffa la palla e la deposita in rete.
25′: assist di Paulo Sergio a Delvecchio: il centravanti batte di sinistro, palla sotto la traversa e in rete.
27′: punizione dalla sinistra di Boban, Weah svetta in area e gira in gol di testa.


Il tecnico approva incondizionatamente la prestazione della Roma: la classifica non m’interessa, guardo solo il comportamento della squadra

«Io sono contento»
Zeman: abbiamo dominato il Milan, non mi sento la Befana

Ferretti dal Messaggero


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